mercoledì 23 marzo 2011

Il Cigno Nero (voto 10) IL FILM DEL MESE

Non sono interessato alla prevedibilità. Non sono interessato all'intelligenza fine a se stessa nè a intrecci rassicuranti. Preferisco rimanere spiazzato e turbato di fronte a un'opera artistica che ha l'ambizione di porsi come termine di paragone per chi succederà. 'Il cigno nero' è un film meravigliosamente conturbante, torbido e avvolgente. Una visione nel vero senso della parola. Non esistono intellettualismi nel cinema di Darren Aronofsky. Il suo stile è senz'altro discutibile, in passato l'ho ritenuto gratuito ed eccessivo (vedi 'Requiem For A Dream'), ora lo considero eccessivo ed essenziale. Quello che conta nella sua attitudine cinematografica non sono i dialoghi, non è la complessità dell'intreccio narrativo. Quello che conta è il corpo dei suoi protagonisti, sempre portati all'estremo, all'esasperazione. Mickey Rourke in 'The Wrestler' lo sacrificava in maniera autodistruttiva ma molto classica in una parabola che si dedicava alla sconfitta, al tempo che passa, al decadimento. Un anti-eroe molto ben definito. Il corpo di Natalie Portman, invece, parte come un sogno e termina come un incubo. Bellissimo e ossessionato. Al termine del 'Cigno Nero' il suo volto meraviglioso non rimane più impresso delle sue punte sanguinanti, del suo sguardo posseduto e demoniaco. Osa Aronofsky, rischia tanto da disinteressarsi della concatenazione degli avvenimenti. Per una volta, è completamente irrilevante. La base dei suoi ultimi due film è la disintegrazione dei sogni. Quanti bambini hanno sognato un giorno di essere un wrestler e quante bambine di diventare una ballerina? Il suo cinema si rivela grandiosamente popolare e deborda di passione, dal primo provino al tragico epilogo. La dedizione della Portman a infierire su di sè è straordinaria e l'Oscar per una volta è sacrosanto. La sua evoluzione da ragazza della porta accanto a pura ossessione e abbandono e buionero è frutto del genio controverso di Darren Aronofsky. Che, giustamente, non potrà mai essere unanimamente riconosciuto perchè altrimenti non avrebbe senso di esistere. Bello e Cattivo.

Emiliano Dal Toso


2 commenti:

  1. Bella recensione! Anche io ho scritto sul Cigno nero. http://manu-bhoblog.blogspot.com/2011/02/il-cigno-nero-black-swan-di-daronofsky.html

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  2. ciao manu, ti ringrazio. ho apprezzato molto anche tue le sensazioni!

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