lunedì 21 marzo 2011

Rango (voto 4)

Mi sono chiesto:  forse sono io a non saper più ridere. Poi, mi sono ricordato che qualche settimana fa mi sono divertito come un matto con la gioiosa ludica demenza di 'The Green Hornet'. Allora ho pensato che forse ho perso il mio animo bambino ma non è possibile perchè le sento ancora fresche le lacrime versate sul finale struggente di 'Toy Story 3'. No, non sono io a essere sbagliato. Sono loro che non fanno altro che propinare cartoni animati di plastica senza un'anima. 'Rango' è l'ennesimo figliastro dell'orco Shrek, l'ennesimo mostriciattolo che vuole dissacrare e far ridere con la solita ironia pop che ha davvero sfracellato i cosiddetti. Avevo 14 anni quando uscì al cinema 'Shrek'. Ricordo ancora la sensazione di ribellione e di sana ironia che diede a un neo-adolescente cresciuto con i classici Disney. Dieci anni fa 'Shrek' era un nuovo modo di utilizzare il genere d'animazione che oggi non ha più senso. Se escludiamo la Pixar, il cinema d'animazione è diventato solo un tentativo di parodiare il cinema classico. Una generazione che cresce con 'Cattivissimo me' e 'Rango' non può che essere completamente rimbecillita. Una generazione che ride senza un motivo. Come puoi ridere con 'Rango' se non hai la minima idea di cosa sia il cinema western? Purtroppo, questo genere di cartoni animati sono la stragrande maggioranza e sono anche quelli che fruttano il maggiore incasso. Da bambino, ho avuto la fortuna di assistere al cinema ad almeno quattro capolavori (visti tutti al mitico e compianto Nuovo Arti di Via Mascagni): 'La bella e la bestia', 'Aladdin', 'Il Re Leone', 'Il gobbo di Notre Dame'. Queste visioni mi hanno fatto emozionare, soffrire e divertire, capire che diamine di sbatti sia la vita. Robe come 'Rango' hanno una valenza pedagogica pari a zero. Si cerca solo la gag, lo sberleffo, la risata immediata. Guai a sviluppare la trama in modo minimamente drammatico o anche solo reale. A dire il vero, anche la Pixar ha assorbito questo meccanismo pop anti-classicista, poi però ti piazza delle mazzate emotive come 'Wall E' o 'Toy Story 3'. In questo momento storico, la Pixar sta salvando dal naufragio il cinema d'animazione.

2 commenti:

  1. "Non sono io ad essere sbagliato, sono loro".
    Questa è la prima consapevolezza.

    La seconda, dopo un piccolo sorriso, quella di un sentimento intermedio: una lacrima di nostalgia.

    La terza porta con sè un sospiro che riapre il gioco.
    E' la meraviglia che percepisce la vastità del campo non calpestato del possibile, e quanto il lavoro che ci aspetta.

    xSaluti Daltox

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  2. ma albi sei proprio tu? allora vedi che il cinema te piace! altro che serie tivvù

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