Rischia di passare inosservato il bel debutto cinematografico di Massimo Coppola, conosciuto per essere stato l'autore di due programmi cult della MTV Generation come 'Brand: New' e 'Avere vent'anni'. Ed è davvero una sorpresa scoprire che l'esperienza televisiva ha fatto sì che Coppola acquisisse immediatamente una maturità e una sensibilità artistica davvero rilevante. Infatti, 'Hai paura del buio' recupera le finalità che erano state poste con 'Avere vent'anni': raccontare squarci giovanili di Italia che non sono quelli delle discoteche e dei tronisti ma quelli delle fabbriche, del precariato e dell'emarginazione. E' solo un pretesto il fatto che una delle due protagoniste sia una romena venuta in Italia per trovare, forse, una stabilità economica. Perchè non sono la denuncia nè i lati disperati dell'immigrazione il fulcro del racconto, bensì la difficoltà esistenziale e l'infanzia tradita di due ragazze, diverse per carattere ma simili per determinazione e per paure. Lo stile registico ricorda molto il cinema dei fratelli Dardenne, per ambientazioni e per il fatto che la macchina da presa è spesso incollata alle protagoniste, le segue e non le molla mai mentre si affannano per ritagliarsi il loro pezzetto di vita. Come in 'Rosetta', sono assenti ogni tipo di consolazione e di buonismo ma 'Hai paura del buio' è un pugno nello stomaco sobrio che accarezza ed emoziona nella splendida scena del confronto-scontro tra Eva (interpretata dall'ottima Alexandra Pirici) e sua madre. Infine, non è possibile non apprezzare un film che ha come filo conduttore la colonna sonora dei Joy Division e di PJ Harvey. Coppola ama la musica e lo sapevamo ma che amasse anche così tanto il cinema al punto da regalarci il terzo dei migliori esordi italiani degli ultimi anni (i primi due sono 'Dieci Inverni' di Mieli e 'La pecora nera' di Celestini) è un fatto davvero eccezionale.
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