lunedì 10 marzo 2014

I Primi Dieci Bei Film Italiani Degli Anni Dieci

10 - La Solitudine Dei Numeri Primi - Saverio Costanzo
Criticatissimo, forse perchè ha completamente disatteso le attese di chi si aspettava una semplice trasposizione del romanzo di Paolo Giordano. Costanzo, invece, firma uno psycho-horror sorprendente, pieno di suggestioni e di richiami al cinema di De Palma e di Argento, sostenuto da una indimenticabile e impressionante interpretazione di Alba Rohrwacher.

9 - Qualche Nuvola - Saverio Di Biagio
Raro esempio di un'opera nostrana leggera, popolata di personaggi semplici, "gente de borgata". Non si parla di criminalità, di disagi sociali ma di amicizia, amori e passioni, con una semplicità e una genuinità davvero invidiabile. Lontano anni luce dalle macchiette rassicuranti della "neocommedia all'italiana", eppure straordinariamente italiano.

8 - La Pecora Nera - Ascanio Celestini
Il film italiano più duro e spiazzante degli ultimi anni. Racconta un'umanità di perdenti e di emarginati, senza alcun tipo di approccio buonista e consolatorio. Seppur non manchino alcune ingenuità narrative, si tratta nuovamente di un caso più unico che raro di un cinema reale e coraggioso, che non si affida a macchiette o a scorciatoie rassicuranti.

7 - Io e Te - Bernardo Bertolucci
C'è tutta la poetica del più grande regista italiano di tutti i tempi: la sconfinatezza dello spazio chiuso, che può essere resa tale soltanto dalla forza del Cinema; la capacità di creare immagini universali, in grado di rimanere nell'immaginario collettivo; l'ammissione di limitatezza dell'Uomo di fronte alle proprie convinzioni. Sullo sfondo, un romanzo di formazione tenero e crudele.

6 - Il Capitale Umano - Paolo Virzì
Grande descrizione di una borghesia brianzola inquietante e involontariamente divertente e, nello stesso tempo, un avvincente giallo adolescenziale, perfettamente calibrato. Il miglior film del regista livornese, il più ambizioso e meno familista, che deve molto alle prove degli stagionati Gifuni e Bentivoglio e della promettente Matilde Gioli.

5 - Miele - Valeria Golino
Se Miele è talmente riuscito ed emozionante, il merito va soprattutto a una magnifica, trascinante, fighissima Jasmine Trinca. I temi sono complessi ed ambiziosi, non sempre sostenuti da una altrettanta profondità nella gestione del racconto. Però, alcuni singoli momenti scuotono e lasciano a bocca aperta. Di certo, è palese la voglia della Golino di allontanarsi dalla medietà del cinema italiano politicamente corretto.

4 - Cesare Deve Morire - Paolo e Vittorio Taviani
I Taviani ridefiniscono il significato di cultura e di arte come bisogno primario, sculacciando la presunzione e l'autocommiserazione di chi si ritiene superiore a tutti gli altri. Un film sperimentale, intellettuale e anti-intellettualistico, che sfrutta le sconfinate potenzialità della macchina da presa. Una riflessione sul concetto di eguaglianza.

3 - Reality - Matteo Garrone
Una dolorosa riflessione antropologica sul desiderio di fama come possibile svolta, come certificazione del proprio valore di essere umano. Garrone non denuncia ma si limita a constatare che il mondo plastificato della televisione possa rappresentare un mondo magico e fatato per tutti coloro che non possiedono gli strumenti necessari per rifiutarlo. Eccezionale il protagonista Aniello Arena.

2 - Diaz - Daniele Vicari
Botte, schiaffoni, manganellate: la testimonianza di una guerra a senso unico, ad armi impari. Un film violento, che non ha intrecci narrativi da seguire, perchè la violenza non va compresa, non va giustificata, non va contestualizzata. La ricostruzione furiosa e senza tregua di un agghiacciante evento storico, che sconvolge e ammutolisce, come se fosse un film del miglior Oliver Stone.

1 - Habemus Papam - Nanni Moretti
Sono il migliore, me lo dicono sempre tutti. Si può criticare il personaggio, ma Nanni si conferma di gran lunga il più illuminato, lungimirante, visionario autore italiano, in grado di raccontare la Storia prima che accada. Perchè dietro a ogni costume, dietro a ogni formalismo, ci sono carne e fiato, dubbi e insicurezze. Un grande film che celebra il libero arbitrio, ovverosia la più grande espressione di umanesimo.









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