Il film che certifica lo stato di salute deficitario di Woody Allen, dopo i passi falsi di To Rome With Love e di Blue Jasmine e in attesa del criticatissimo Magic in the moonlight. Lo vediamo nei panni del pappa di John Turturro, che s'improvvisa gigolò per soddisfare donne borghesi annoiate: che tristezza. Sharon Stone esteticamente e fisicamente eccellente, prova recitativa imbarazzante.
9 - Tre Cuori - Benoit Jacquot
Il lato oscuro del cinema francese. Un intreccio narrativo vecchio come il cucco, senza il minimo sussulto, presentato inspiegabilmente in Concorso alla Mostra di Venezia. Intellettualistico e mai palpitante, con l'aggravante di un finale brutto e immotivato. Charlotte Gainsbourg giù di corda, dopo aver concesso anima e corpo al genio sadico di Nymphomaniac.
8 - Monuments Men - George Clooney
Clooney bocciato senza possibilità di appello. Soltanto un regista veramente scarso poteva ricavare un'opera talmente statica, didascalica e pallosa da un'idea così meritevole: il recupero di migliaia di opere d'arte trafugate da Hitler da parte di un gruppo di esperti dell'esercito americano. Eppure, malgrado Murray, Goodman e Dujardin, avvince di più lo scorrere delle lancette sull'orologio.
7 - Allacciate Le Cinture - Ferzan Ozpetek
Talmente brutto da suscitare simpatia. Forse, Ozpetek ha definitivamente rinunciato a ogni tipo di ambizione autoriale, e si è arreso al suo istinto: un melodramma trash italiota, nel quale i bicipiti e il fondoschiena di Francesco Arca risultano essere più espressivi del suo viso. Scult immediato, tra i più divertenti dell'anno, seppur in maniera involontaria.
6 - Lei - Spike Jonze
Boiata Hipster Numero Tre, apologia dell'intimismo finto-depresso da social network. Joaquin Phoenix, uno degli attori della Nostra Vita, lo vorremmo strozzare. Spike Jonze perde definitivamente il confronto con il "cuginetto" Michel Gondry: tanto geniale e creativo quest'ultimo, quanto autoreferenziale e artificioso il primo.
5 - Grand Budapest Hotel - Wes Anderson
Boiata Hipster Numero Due, l'involuzione manierista e vuota di contenuti di un regista epocale. Un lavoro prefabbricato, richiesto a uso e consumo da un pubblico sempre più propenso a divertirsi per le stramberie e per le cazzatine ma sempre meno in grado di vivere un'esperienza cinematografica consistente. Il numero eccessivo di attori eccellenti soccombe alla totale mancanza di idee.
4 - Solo Gli Amanti Sopravvivono - Jim Jarmusch
Boiata Hipster Numero Uno, lo strazio esangue di un genio annoiato. Tornate di moda le storie di vampiri, Jarmusch esce dal letargo ma non se ne sentiva il bisogno. Sarebbe stato bello chiudere una carriera gloriosa con le amarezze di Broken Flowers, ed evitarsi questo tedio interminabile, del tutto privo di sostanza, per un pubblico radical-chic che ride in anticipo alle battute.
3 - Interstellar - Christopher Nolan
L'ambizione di Nolan di essere più grande del Cinema e della Vita naufraga inesorabilmente in un polpettone indigesto e senza fine. La complessità dell'intreccio, stavolta, non è sorretta da un'attenzione accettabile alle sfumature e alle psicologie dei personaggi: anzi, spesso si è travolti dalla sconfinatezza del ridicolo involontario.
2 - Trash - Stephen Daldry
Imbarazzante vincitore dell'ultimo Festival di Roma. Una sorta di The Millionaire ambientato nelle favelas di Rio De Janeiro, con un'attrice molto bella (Rooney Mara) e una delle trame più idiote e offensive degli ultimi anni. Insopportabilmente cartolinesco, del tutto incapace di ricevere attenzione malgrado il montaggio concitato.
1 - 12 Anni Schiavo - Steve McQueen
Noia mortale. Uno schematismo da prima elementare, da una parte i neri buoni e dall'altra i bianchi cattivoni. Sembra la risposta seriosa e priva di ironia di chi si è sentito offeso dinanzi al divertimento ludico e citazionista di Django Unchained. Lo stile di Steve McQueen si fa pedante, invasivo e gratuito, addirittura peggio della retorica spielberghiana di Amistad.
PEGGIOR ATTORE: Francesco Arca (Allacciate le cinture)
Ozpetek si concentra sui suoi bicipiti, sui suoi pettorali e sul suo fondoschiena ma si dimentica che un attore dovrebbe anche recitare. Meno espressivo che dalla De Filippi.
PEGGIOR ATTRICE: Sharon Stone (Gigolò per caso, Un ragazzo d'oro)
Pupi Avati ha dichiarato che ha un carattere terribile ed è poco professionale. Basic Instinct ha dimostrato che, a volte, è sufficiente accavallare le gambe per costruirsi una carriera.
I BIDONI D'ORO DE 'IL BELLO, IL BRUTTO E IL CATTIVO'
2011 La Pelle Che Abito - Pedro Almodovar
2012 Le Belve - Oliver Stone
2013 Solo Dio Perdona - Nicolas Winding Refn
"avvince di più lo scorrere delle lancette sull'orologio"!
RispondiEliminaSplendida...
Grand Budapest Hotel penso sia soprattutto una parodia del mileu alberghiero, io l'ho trovato esilarante ;)
Le critiche sono accettabili quando non sono fini a se stesse.
RispondiEliminaCon questo post, questo blog dimostra di essere, come molti altri. solo alla ricerca del facile shock e sbalordimento del lettore, ovvero i modi più veloci per incrementare visite e popolarità.
Basti pensare che il miglior film dell'anno Academy è il peggiore qui.
Forzature senza radici che hanno solo il fine dell'auto-promozione.
Il miglior modo per perdere l'attenzione dei veri appassionati.
Caro anonimo,
RispondiEliminati assicuro che nessuno è alla ricerca dello shock o della facile promozione. Ovviamente, sarebbe stato inutile mettere in classifica i film di ruffini, mi sembra più interessante parlare dei film che hanno trovato un riscontro dal pubblico o dalla critica ma che ho trovato francamente deludenti. In poche righe, mi sembra di averne spiegato il motivo.
Emiliano