martedì 4 dicembre 2018

Top 20: La Superclassifica del 2018

20 - Tre volti - Jafar Panahi
Lo sguardo acuminato, lucido e brillante, mai didascalico e manicheo, dell'iraniano Panahi verte questa volta sul retroterra rurale e culturale di una galleria di individui ancorata al passato: si alternano incontri talvolta esilaranti, altre volte di sconvolgente intransigenza e oscurantismo. Tra fiction e realtà, un'ironica e struggente testimonianza di una società sottomessa dal potere istituzionale e in cui l'arte e la libera espressione sono osteggiate.

19 - Il vizio della speranza - Edoardo De Angelis
Un'Italia 2018 inimmaginabile, mostrata attraverso un percorso cristologico che eccede ma per questo brucia. De Angelis sceglie lo schiaffo da cui è difficile riprendersi, lungo il fiume dove risuonano le canzoni di Miriam Makeba e Enzo Avitabile tra le colorate e poverissime baracche che accolgono le prostitute vendute e tenute schiave con il voodoo. Meravigliosa Pina Turco. Un film di femmine derelitte e madonne, che fa male, e poi rinasce.

18 - In guerra - Stéphane Brizé
La rabbia di 1100 lavoratori abbandonati all'improvviso da un'azienda che produce profitto ma che per la scarsa competitività sul mercato globale decide di delocalizzare. Non c'è vita oltre la fabbrica: il lavoro invade ogni aspetto dell'esistenza, e Brizé costruisce un film di sola lotta e protesta, serrato come un thriller, che contrappone l'ira e la passione di chi deve sopravvivere ogni giorno all'ipocrisia di chi è ricco e vuole esserlo ancora di più.

17 - Disobedience - Sebastian Lelio
Storia d'amor proibito, perduto e poi ritrovato, che per esistere deve nascondersi dall'ortodossia di un credo e di un'educazione restrittiva e frustrante. Lelio si sofferma sui dettagli dell'irrequietezza delle due magnifiche Rachel Weisz e Rachel McAdams, evidenziandone la frustrazione e il desiderio. E, dopo il bellissimo Una donna fantastica, si conferma come il principale erede di Pedro e del melodramma erotico.

16 - Capri-Revolution - Mario Martone
Tre racconti di formazione paralleli sull'isola di Capri nel 1914, dove gli interrogativi politici e filosofici arricchiscono la mente e lo spirito di tre personaggi alla ricerca di definire il loro posto nel mondo. Un cinema italiano di cui essere orgogliosi, alto e stimolante, che restituisce il valore filmico dei luoghi e dei paesaggi, al di là della sola bellezza estetica ma sottolineando la loro importanza storica ed evocativa. Danza, scienza, misticismo: un'alchimia di dialettica e suggestioni.

15 - Tre manifesti a Ebbing, Missouri - Martin McDonagh
La tragedia si stempera con la risata, la commozione si nasconde anche dietro personaggi imbastarditi e senzadio, che si affannano per combattere un Male invisibile, ma forse stanno soltanto cercando un po' di speranza e amore. McDonagh è il vero erede dei Coen di una volta, guarda a Fargo ma senza scimmiottarlo e offre a un terzetto d'attori inarrivabile (Harrelson-Rockwell-McDormand) delle maschere memorabili.

14 - Oltre la notte - Fatih Akin
Una mazzata emotiva, che si confronta che la macchia nazista che si è pericolosamente diffusa in alcune zone d'Europa negli ultimi anni. Una potenza di racconto e una capacità di coinvolgimento che capitano sempre più di rado: gran parte del merito è della straordinaria Diane Kruger, madre e moglie addolorata e ferita, che combatte per la giustizia ma è costretta alla vendetta. Un dramma privato secco e politico di cui abbiamo bisogno.

13 - The Disaster Artist - James Franco
La miglior espressione del genio incostante di James Franco, nei panni di Tommy Wiseau, regista pretenzioso e privo di talento, individuo a dir poco misterioso. Un'esilarante opera sul confine sottile che separa successo e insuccesso, bellezza e bruttezza, riflettendo sulla contemporaneità: l'abbattimento delle scale di valore e di merito permette a chiunque di avere le luci della ribalta. Perché il sapore del trash spesso è quello più gustoso.

12 - Storia di un fantasma - David Lowery
Il punto di vista è inedito e folgorante: non di chi elabora il lutto, ma di chi se n'è andato. Con un tono struggente e una calma ipnotica, lo spettro di Casey Affleck è testimone inerte del dolore di Rooney Mara. Un horror dell'anima, che penetra nella paura più viscerale, inconfessabile e autentica: perdere per sempre chi amiamo. E riesce a trasmettere quel senso dell'immortalità che appartiene al mistero del sentimento.

11 - L'isola dei cani - Wes Anderson
La stop motion è il terreno dove l'estro di Wes si esprime al suo meglio: i suoi mondi e le sue ossessioni trovano maggiore compiutezza, recuperando quella malinconia e quel'ironico senso di precarietà esistenziale che caratterizzavano i film di inizio carriera. Questo poi è il suo lavoro più politico: un omaggio commovente all'universo canino, che è anche una dichiarazione d'amore nei confronti di tutte le minoranze e delle differenze linguistiche e culturali.

10 - Sulla mia pelle - Alessio Cremonini
Raggelante e rigorosa messa in scena degli ultimi sette giorni di vita di Stefano Cucchi, incarnato da un irriconoscibile Alessandro Borghi. Un calvario raccontato soltanto da tutto ciò che è giuridicamente accertato: la visione è scioccante e getta una luce mesta e livida su un Paese assassino, inetto di fronte allo spegnimento graduale di un ragazzo di trentuno anni, morto non per cause naturali mentre era affidato alla responsabilità degli organi di Stato.

9 - Foxtrot - Samuel Maoz
Il trauma della perdita e l'orrore della guerra raccontati attraverso la disperazione di un padre e la vita immobile in un checkpoint sperduto in mezzo al deserto. Il sangue si tramanda di generazione in generazione: un loop inesauribile dove si torna sempre al punto di partenza. Ma l'assurdità della violenza e l'ineluttabilità del fato si possono esorcizzare con la danza e con i racconti goliardici di gioventù. 

8 - BlacKkKlansman - Spike Lee
La storia vera di Ron Stallworth, detective nero che s'infiltra nel Ku Klux Klan fingendo al telefono una voce da bianco, è raccontata con toni da commedia poliziesca, tra il buddy e lo spy movie, ed è infarcita di colori e citazioni, umori e musiche che hanno formato la cultura di Spike. Elegante e leggero, ovviamente politico e attualissimo: i riferimenti ai movimenti populisti di estrema destra non sono puramente casuali. Ad ogni modo, un grande film sul camuffamento.

7 - Opera senza autore - Florian Henckel von Donnersmarck
Il regista de Le vite degli altri torna in Germania per affrontare gli scheletri nell'armadio di una Nazione sopravvissuta agli orrori del nazismo e alle fratture tra comunismo dell'Est e consumismo dell'Ovest, adottando i tumulti del melodramma. Tre ore appassionate che riportano al desiderio del racconto, tra pubblico e privato, e dell'ampio respiro dell'epica. Un'esperienza narrativa in cui specchiarsi nelle vite dei personaggi, ribadendo il significato di socialdemocrazia.

6 - Roma - Alfonso Cuaron
Il film della vita di uno dei registi più eclettici di oggi, un maestoso specchietto retrovisore su una famiglia altoborghese di Città del Messico nel 1970, dove due donne di classi sociali diverse si ritrovano abbandonate e mamme, mentre sullo sfondo si consumano gli omicidi dei militari sui manifestanti dei movimenti studenteschi. Un'opera di estetica magnifica e impareggiabile, tecnica e cuore in sintonia miracolosa. Roots Bloody Roots.

5 - Widows - Steve McQueen
America oggi, quella dove il sogno obamiano di un mondo migliore è inaspettatamente fallito, e dove saranno sempre i soldi, le armi e gli inganni a dettare le regole dei giochi. Un heist movie al femminile infuocato e vendicativo, che reagisce alla disfatta del capitalismo con gli archetipi del noir, quello in cui si ripristina il bene facendo il male, tra l'adrenalina di Michael Mann e l'ironia mortuaria di The Departed. Incredibile cast corale, tra cui spiccano la rabbia e l'orgoglio di Viola Davis e i malaffari di Colin Farrell e Robert Duvall. Sceneggiatura geniale.

4 - Il filo nascosto - Paul Thomas Anderson
L'inafferrabilità e l'invisibilità legano lo stilista Woodcock e la sua musa, moglie e poi carnefice Alma: l'amore non è uno scontro, ma la tessitura di un intreccio che non segue un percorso logico e razionale. Il capovolgimento dei ruoli è continuo e imprevedibile; la forza ipnotica di Paul Thomas Anderson, ormai alla stregua dei più grandi di sempre, non ha eguali nel cinema di oggi. Fondamentale il supporto delle raffinatissime musiche di Jonny Greenwood, tra Nelson Riddle e Bach. Sublime addio al cinema di Daniel Day-Lewis.

3 - Tonya - Craig Gillespie
Lo scandalo sportivo dell'aggressione alla pattinatrice Nancy Kerrigan, che coinvolse la sua diretta rivale Tonya Harding, è lo spunto per un manifesto sull'America più emarginata e povera, senza possibilità di riscatto, nello stesso tempo vittima e colpevole. Semplicemente perfetto: ironico senza diventare grottesco, dolente e impietoso senza diventare patetico. Margot Robbie è suadente e derelitta: nessuna aveva mai trasmesso con questa forza bellezza esteriore, disperazione sottopelle e abitudine allo squallore.

2 - Dogman - Matteo Garrone
Il pugno nello stomaco di Garrone, finalmente. Una sintesi implacabile tra tenerezza e crudeltà, tra romanticismo e cinismo: il destino degli sfortunati è miseria. E lo sguardo è inedito per il cinema italiano, lontano dagli stereotipi e dal sensazionalismo pulp, affettuoso nei confronti del protagonista ma senza concedere alternative di fuga alla sua gabbia esistenziale. Senza epica e retorica, ma partendo da un particolare episodio di cronaca nera di provincia e diventando un ampio panorama sulle condizioni precarie e instabili dell'essere umano. 

1 - Mektoub, My Love - Canto Uno - Abdellatif Kechiche
Abbacinante romanzo di educazione estiva ed erotica, inno definitivo alla giovinezza e alla sensualità del corpo femminile, complessa e problematica riflessione sulla contemplazione (e la frustrazione) di chi guarda. Un Kechiche mai così radicale e audace, in equilibrio tra sublime e superficie, tra sacro, profano e dance anni Novanta. Puro cinema inteso come visione sovversiva e liberatoria: un La La Land di corpi in fiore e tensione sessuale, di friccicolii nello stomaco e battiti cardiaci accelerati, che non chiude, ma lascia i puntini di sospensione. Perché dopo qualsiasi esperienza, effimera o dolorosa, la vita va avanti.

MIGLIOR ATTORE: Daniel Day-Lewis

MIGLIOR ATTRICE: Margot Robbie

I BELLISSIMI DE 'IL BELLO, IL BRUTTO E IL CATTIVO'
2011 - Il cigno nero - Darren Aronofsky
2012 - Un sapore di ruggine e ossa - Jacques Audiard
2013 - The Master - Paul Thomas Anderson
2014 - Boyhood - Richard Linklater
2015 - La scomparsa di Eleanor Rigby: Lei/Lui - Ned Benson
2016 - Frantz - Francois Ozon
2017 - Personal Shopper - Olivier Assayas
2018 - Mektoub, My Love - Canto Uno - Abdellatif Kechiche





1 commento:

  1. Adoro gli animali. Grazie a loro, sono stati girati molti film e cartoni animati https://filmstreaming.page/animazione/ per bambini.

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