venerdì 20 maggio 2022

Top 5: Maggio 2022

5 - Top Gun Maverick - Joseph Kosinski (voto 7)
Basta con i luoghi comuni e con le etichette: non è un cult, non è uno scult, non è un guilty pleasure. Siamo invece di fronte al sequel di un manifesto iconico, propagandistico e ideologico degli anni Ottanta: non è cinema del dialogo e dell'intelletto, ma è una celebrazione del potere delle immagini e del superamento delle barriere di spettacolarità. Ovviamente nostalgico, ma anche sincero e struggente nella dichiarazione d'amore per un cinema che concepisce la sala come unico possibile luogo di visione.

4 - Io e Lulù - Channing Tatum (voto 7)
Una via di mezzo tra un film sentimentale e una "bromance", dove i due protagonisti non sono una coppia e neppure due amici fraterni, ma un soldato e un magnifico cane della razza belga Malinois. Entrambi hanno conosciuto gli orrori del conflitto bellico e le ferite interiori che li accompagnano si rivelano il punto di partenza da cui inizia a svilupparsi una commovente dinamica relazionale. Tatum è un regista umile che vuole semplicemente iscriversi all'affettuosa categoria del dog movie.

3 - Tromperie - Arnaud Desplechin (voto 7)
Cinema francese all'ennesima potenza, tratto però da un romanzo dello scrittore ebreo americano Philip Roth: il risultato è un adattamento esemplare, che connette la verbosità e gli intellettualismi di Desplechin con l'autoreferenzialità della scrittura. Il protagonista Denis Podalydès è tragicomico, l'amante Lèa Seydoux è meravigliosa e le riflessioni sull'irrinunciabilità agli atti creativi della finzione e della letteratura sono profonde ed eleganti. Un melodramma interiore spudoratamente borghese.

2 - Only the Animals - Dominik Moll (voto 7)
Un giallonoir stratificato, un puzzle dell'anima costruito su diversi personaggi e diversi capitoli, apparentemente inaccostabili tra loro: il modello di riferimento potrebbe essere Babel, ma l'attenzione alle sfumature e alla solitudine dei personaggi supera di gran lunga l'interesse verso la risoluzione dell'enigma. Un film di genere raffinato e beffardo, impreziosito dalle prove di un cast molto ben assortito, tra cui spiccano Laure Calamy, Denis Ménochet e Damien Bonnard. 

1 - Esterno notte - Marco Bellocchio (voto 8)
Un'opera sontuosa e documentata, che affronta un momento chiave della politica italiana come il sequestro e l'uccisione di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, adottando gli sguardi intimi, dubbiosi e dolenti di chi era legato a lui da un rapporto confidenziale: in tutti i personaggi domina un sentimento di incertezza e di impotenza di fronte all'impossibilità di evitare il rassegnato compimento del destino. Bellocchio raggiunge un nuovo apice di sensibilità umana e di lettura critica degli eventi storici, realizzando un grande romanzo shakespeariano capace di sintetizzare il precario rapporto tra pubblico e privato.




giovedì 14 aprile 2022

Top 5: Aprile 2022

5 - Una vita in fuga  - Sean Penn (voto 7)
Massacrato eccessivamente al Festival di Cannes, è un film autentico, nostalgico del cinema degli anni Novanta, in cui Penn interpreta un papà fuorilegge per cui tutto è sostituibile al di fuori dell'amore per la figlia. E anche se è un prodotto servito in maniera funzionale per lanciare la carriera della bella Dylan, rimane la capacità notevole di gestire i toni e i passaggi drammatici con grande sapienza e coinvolgimento. Il resto lo fa la splendida colonna sonora di Eddie Vedder, Glen Hansard e Cat Power. 

4 - Full Time - Al cento per cento - Eric Gravel (voto 7)
Divorziata di provincia, madre di due figli piccoli, lavoro da donna delle pulizie in un hotel a cinque stelle del centro parigino: Laure Calamy interpreta un personaggio al limite della sopravvivenza fisica e psicologica. Ma il regista Gravel ha appreso la lezione dei migliori Dardenne, evita piagnistei e facili denunce, ritraendo una figura umana che non molla e tiene botta a testa alta, mentre corre per il sogno di una vita migliore anche nel mezzo di uno sciopero in grado di bloccare il traffico della capitale.

3 - Finale a sorpresa - Mariano Cohn, Gaston Duprat (voto 8)
Dopo Il cittadino illustre, la terribile ditta di registi argentini Cohn & Duprat torna con un'altra nutrita dose di sarcasmo, rivolto questa volta nei confronti della vanità del mondo del cinema, dell'ipocrisia e dell'odio che lo attraversano. Gag a ripetizione, scrittura impietosa, situazioni che denudano sempre l'imbarazzante falsità e le piccolezze morali dei protagonisti: Antonio Banderas, Penélope Cruz e Oscar Martinez si prestano al gioco in modo ammirevole, regalando gustosi siparietti di miseria umana.

2 - Un altro mondo - Stéphane Brizé (voto 8)
Uno degli esempi migliori di oggi di cinema sociale. Il punto di vista della lotta per un mondo del lavoro meno ingiusto passa dai tavoli dei sindacati ai pensieri, ai tentativi e alla determinazione di un dirigente che fa da ponte tra gli sfruttati e la legge di un capo che risponde soltanto al cinismo di Wall Street: trovare una mediazione è un'impresa sempre più ardua e complicata, ma nella coscienza e negli sguardi di Vincent Lindon il senso della dignità è più grande di quello del profitto aziendale.

1 - Apollo 10 e mezzo - Richard Linklater (voto 9)
L'ennesimo episodio memorabile di un cineasta che non smette di sperimentare, sorprendere, giocare con le immagini e con il concetto di tempo. Realizzato in rotoscopio, è un film d'animazione che omaggia i sogni persi e le illusioni dell'America di provincia degli anni Sessanta, quando il benessere economico permetteva di vivere l'allunaggio del 1969 come un'esperienza collettiva e condivisa. Un momento autobiografico memorabile per il regista è l'occasione per viaggiare in un'epoca dorata e colorata, mantenendo vivi gli spettri della malinconia e delle false promesse del capitalismo.





giovedì 24 marzo 2022

Top 5: Marzo 2022

5 - Il ritratto del duca - Roger Michell (voto 7)
L'ultimo film di Michell, regista medio scomparso un anno fa, è il suo migliore, il più politico e divertente, un gioiellino anarchico che prende le difese di un pensionato di Newcastle degli anni Sessanta, che si dichiarò colpevole del furto di un quadro di Goya esposto nella National Gallery, per protestare contro le disparità sociali. Humour, brio, intelligenza, ritmo: quando la commedia inglese riesce a valorizzare temi come solidarietà, comunità e orgoglio di classe è impareggiabile.

4 - Jackass Forever - Jeff Tremaine (voto 7)
Il franchise televisivo e cinematografico più demenziale e sadomasochista di sempre partorisce un nuovo capitolo, forse il più estremo. Si sa, non è roba per tutti, e impressiona la quantità di organi genitali messi in mostra, vittime di dolenti ritorsioni animalesche. Ma dietro all'apparente follia senza senso di questi stuntmen autolesionisti, si accarezza una dichiarazione d'amore nei confronti della vita, un'energia punk esplosiva che, in tempi tanto difficili, sembra volerci suggerire di godere fino in fondo del nostro tempo terreno.

3 - Il palazzo - Federica Di Giacomo (voto 8)
Un documentario ironico, a tratti geniale, sulle velleità artistiche di un gruppo di romani borghesi, che ruotano attorno alla figura dell'ambizioso regista Mauro Fagioli, morto prima di portare a termine il film dei suoi sogni realizzato con materiale girato nell'arco di vent'anni. Si ride moltissimo, mai per prendere in giro i personaggi, nonostante il ritratto preciso di una comunità divisa tra eccessi di intellettualismo e confusione esistenziale. Una visione unica, malinconica, affettuosa, che non teme di confrontarsi con i nostri fallimenti.

2 - Parigi, 13 Arr. - Jacques Audiard (voto 9)
Il film più estetizzante di Audiard, ma anche il più febbrile e vitale: nel quartiere parigino di Les Olympiades, nuovo feudo hipster e multiculturale, si intrecciano i fantasmi e i desideri sessuali di un terzetto di giovani adulti, integrati socialmente ma insicuri a livello economico ed emozionale. Una fotografia realista di una generazione, autentica e priva di autocommiserazione, che unisce la classicità del bianco e nero con la modernità dei linguaggi, il fattore umano con le relazioni via chat, immergendosi nella schiuma dei giorni e nella consistenza della superficie.

1 - Licorice Pizza - Paul Thomas Anderson (voto 10)
L'ennesimo capolavoro di un regista incredibile: un romanzo di formazione semplice, lineare e magico come il Cinema, capace di decifrare il filo invisibile e i sentimenti che legano un adolescente che vorrebbe essere più grande e una quasi adulta attratta dall'eternità delle prime volte e del colpo di fulmine. Sullo sfondo scorrono i feticci e le promesse degli anni Settanta, il miraggio del successo economico e individuale, le corse verso un mondo facile e illusorio. E poi, la solita incantevole maestria nella costruzione delle scene, nell'osservazione, nel dare peso e valore alla leggerezza delle immagini.







mercoledì 16 febbraio 2022

Top 5: Febbraio 2022

5 - Gli occhi di Tammy Faye - Michael Showalter (voto 7)
Jessica Chastain da Oscar nel biopic su una coppa di telepredicatori che negli anni Ottanta ideò uno show televisivo di successo, dove venivano affrontati temi liberali in un contesto evangelico e conservatore. Uno specchio delle contraddizioni della società americana, in conflitto tra morale e dogmi, tra folklore e anticonformismo, tra successo e incapacità di gestirlo. Nonostante il risultato finale sia timido, aiuta nella comprensione delle apparenze e delle ipocrisie del mondo dello spettacolo. 

4 - Ennio - Giuseppe Tornatore (voto 7)
Un documentario orgogliosamente agiografico, che celebra la grandezza del più grande compositore per il cinema di tutti i tempi. Un lavoro di ricerca puntiglioso e maniacale, in cui Morricone si sofferma sulla totalità della sua immensa opera e si confronta in maniera dettagliata con le radici delle sue intuizioni e della sua musica. Una dichiarazione d'amore nei confronti della Settima Arte, intesa sia come epica che come fabbrica di artigiani, raccontata da chi ha contribuito a renderla immortale.

3 - Il discorso perfetto - Laurent Tirard (voto 7)
Una commedia brillante e "alleniana", con un protagonista in piena crisi di coscienza, mollato dalla fidanzata e deputato a tenere un discorso per il matrimonio della sorella: scritta in maniera episodica e non sempre coerente, ma a tratti irresistibile ed esilarante, grazie alla verve di Benjamin Lavernhe, che dall'inizio alla fine abbatte la quarta parete e si rivolge allo spettatore come se fosse lo psicoanalista. L'ennesima lezione di scrittura del cinema francese medio sulla maniera di giocare con gli stereotipi.

2 - After Love - Aleem Khan (voto 8)
Dolente e potentissimo dramma femminile, in cui una signora inglese di Dover rimasta vedova, convertita all'Islam per amore, scopre che il marito la tradiva con una donna francese di Calais. Ma le sorprese non finiscono. E nell'incredulità del tradimento e dello shock emotivo della perdita, emergono le sfumature di un incontro che diventa scontro, per poi tramutarsi in solidarietà, comprensione e irrinunciabilità al fattore umano. Straordinaria interpretazione di Joanna Scanlan.

1 - La fiera delle illusioni - Guillermo del Toro (voto 8)
Il miglior film del regista messicano, il cui marchio Disney inganna le aspettative. L'inesorabile decomposizione morale di un mentalista e del suo modo di pensare l'intrattenimento, inteso come sinonimo di inganno crudele ai danni di chi lo guarda e lo vive. Tratto da un romanzo di William Lindsay Gresham, è un viaggio agli inferi dell'esistenza, dalla confezione patinata e ingannatrice: un'opera autocritica, che sabota se stessa. E la conclusione è la più cinica e anti-hollywoodiana degli ultimi anni: la fine a cui va incontro un disperato Bradley Cooper è quella inevitabile dell'uomo-bestia.





martedì 18 gennaio 2022

Top 5: Gennaio 2022

5 - Belli ciao - Gennaro Nunziante (voto 7)
Spernacchiati frettolosamente dalla critica chic che li aveva già bocciati in quanto televisivi e populisti, Pio e Amedeo si mettono al servizio della scrittura garbata e dei tempi comici di un maestro del cinema popolare come Nunziante. Ed è finora la commedia italiana più divertente dell'era pandemica: gli archetipi degli scontri territoriali tra Nord e Sud si condensano con un'ironia pungente nei confronti del finto benessere e dell'ossessione per l'approvazione social, e  la leggerezza di fondo risulta una boccata d'aria persino anticonformista.

4 - Tout s'est bien passé - Francois Ozon (voto 7)
Dramma famigliare, trascinato dalle interpretazioni di Sophie Marceau e André Dussollier, in cui Ozon riflette sulla libertà di scelta, sulla possibilità di limitare il dolore e la sofferenza, e su un diritto che dovrebbe ritenersi necessario in una società moderna, laica, progressista e individuale. Ma è anche un film raro e prezioso sul momento della vita in cui i figli devono prendere decisioni, talvolta irrevocabili, per i genitori, costretti a fare i conti con i propri affetti speciali. Ci si può commuovere, ma non c'è mai un passaggio di lacrimevole retorica.

3 - Scream - Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett (voto 7)
La coppia di registi si approccia al classico anni Novanta di Wes Craven con il piglio dei fan e degli allievi perfetti: il gioco è portato all'esasperazione metanarrativa, aggiornando i riferimenti a tutti i nuovi fenomeni dell'horror. Ma il ricalco dell'operazione è particolarmente riuscito e divertente, proprio per la capacità di non prendersi sul serio, di dialogare con lo spettatore in maniera autoreferenziale e di indovinare molte sequenze sporche e gustosamente slasher, celebrando una sorta di nostalgia liberatoria da fan club per adepti. 

2 - What Do We See When We Look At The Sky? - Alexandre Koberidze (voto 8)
Rarefatta, poetica, innaturale commedia sentimentale, in cui due giovani adulti che si sono innamorati da poco non possono più riconoscersi a causa di un incantesimo che ha mutato i loro volti. Un cinema libero, che si avvicina al tocco minimalista, surreale e stilizzato di Kaurismaki, ma che si ferma anche a contemplare la placida quotidianità di Kutaisi, seconda città della Georgia, tra bambini che giocano a calcio spensierati, il fiume che scorre, la gente che si trova insieme per guardare i Mondiali. Un'esperienza che immerge in una realtà fuori dal tempo.

1 - True Mothers - Naomi Kawase (voto 8)
Magico e dolente, parte come un algido dramma borghese su una coppia che non può avere figli, e poi vira in maniera decisa e sorprendente sui binari di un romanzo adolescenziale struggente, su una figlia e madre mancata, una ragazza ribelle in fuga dalle rigidità, dagli scandali, dai dogmi della società e della famiglia d'origine. E sulla ricerca di un rifugio dove condividere il dolore di ciò che è stato negato. Kawase trova punti di contatto con Madres Paralelas e La scelta di Anne, ma il suo sguardo è unico ed empatico, libero e sfumato, ricco di suggestioni oniriche, attento agli ambienti e ai misteri della natura.




mercoledì 8 dicembre 2021

I Film del 2021 degli Amici e Lettori

Alvise Wollner
Titane
The Hand of God
Drive My Car

Antonio Morra
Il buco 
A Chiara
Nuevo Orden

Arianna Montanari
L'événement
Madres Paralelas
The Father

Arianna Vietina
Bad Luck Banging or Loony Porn
Titane
Drive My Car

Astrid Ardenti
Il buco
Re Granchio
A Chiara

Carlos Menezes
First Cow
The Hand of God
Titane

Claudio Balboni
Il buco
The Power of the Dog
Bo Burnham: Inside

Fabio Beninati
Drive My Car
The Hand of God
Qui rido io

Federico Schwartz
The Hand of God
Compartment No. 6
Jungleland

Gabriele Zaffarano
Madres Paralelas
Freaks Out
Rifkin's Festival

Giovanni Dal Toso
The Hand of God
Titane
Another Round

Giulio Pettenò
The Hand of God
Il buco
Bergman Island

Ivan Casagrande Conti
Bad Luck Banging or Loony Porn
Compartment No. 6
A Chiara

Lea Pedri Stocco
A Chiara
L'événement
Compartment No. 6

Leonardo Strano
Drive My Car
Il buco
Petite Maman

Linda Grazia Pola
Babyteeth - Tutti i colori di Milla
I Care a Lot
Extraliscio - Punk da balera

Lorenzo Gramatica
Bad Luck Banging or Loony Porn
L'événement
Quo vadis Aida?

Luca Ottocento
Drive My Car
Compartment No. 6
The Worst Person in the World

Luca Recordati
The Hand of God
Titane
Another Round

Marco Dal Toso
The Hand of God
Qui rido io
Another Round

Marco Solé
Malcolm & Marie
Dune 
Titane

Mario Blaconà
Bad Luck Banging or Loony Porn
Titane
La veduta luminosa

Marzia Carrera
Marx Can Wait
Dune
Titane

Massimiliano Gavinelli
The Hand of God
Nuevo Orden
Titane

Mattia De Gasperis
The Card Counter
Dune
Shiva Baby

Melis Rossi
Madres Paralelas
Pieces of a Woman
I Care a Lot

Michela Zolfo
A Chiara
Bad Luck Banging or Loony Porn
Shiva Baby

Natale Ciappina
First Cow
The Father
The Kid Detective

Simone Carella
The Hand of God
Compartment No. 6
The Father

Tommaso Santambrogio
Days
Annette 
Il buco

10 The Hand of God
9 Titane
6 Il buco
5 A Chiara, Bad Luck Banging or Loony Porn, Compartment No. 6, Drive My Car
3 Another Round, Dune, L'événement, The Father, Madres Paralelas
2 First Cow, I Care a Lot, Nuevo Orden, Qui rido io, Shiva Baby
1 Re Granchio, The Power of the Dog, Bo Burnham: Inside, Jungleland, Freaks Out, Rifkin's Festival, Bergman Island, Petite Maman, Babyteeth - Tutti i colori di Milla, Extraliscio - Punk da balera, Quo vadis Aida?, The Worst Person in the World, Malcolm & Marie, La veduta luminosa, Marx Can Wait, The Card Counter, Pieces of a Woman, The Kid Detective, Days, Annette



lunedì 6 dicembre 2021

Top 20: La Superclassifica del 2021

20 - Dune - Denis Villeneuve
Esperienza sensoriale totalizzante. Dopo essere stato portato sullo schermo da David Lynch nel suo unico fallimento registico, il romanzo sci-fi di Frank Herbert trova la sua miglior traduzione immaginifica possibile: tutto è azzeccato, a partire dalla cura tecnica, sonora e visiva, che catapulta in un universo sconosciuto ma immedesimabile. La complessità è all'altezza della profondità psicologica del libro originale: la vera guerra è quella contro le proprie paure e i propri demoni, passati, presenti e futuri.

19 - Bergman Island - Mia Hansen-Love
Un gioco di doppi, specchi e riflessi, tra metacinema e omaggio. Hansen-Love attua una dichiarazione d'amore al regista della sua vita, stratificata e travestita da innocua commedia matrimoniale cineturistica. Ma gli spettri e le inquietudini dell'animo sono un elemento irrinunciabile: l'atto creativo è sempre conseguenza del proprio vissuto, delle proprie sconfitte. E nonostante gli anni passino, si torna sempre al primo trauma autentico: il grande amore adolescenziale come eterna condanna, dolente ossessione.

18 - The Power of the Dog - Jane Campion
Ambiguo, misterioso, crudele, con un superlativo Benedict Cumberbatch. Capace di smuovere gli archetipi e le coordinate del western tradizionale, e di contribuire a formare una nuova iconografia del genere. Jane Campion si conferma una regista con un'idea di cinema precisa, promotrice di una narrazione classica e solenne. Nessun fuoco d'artificio, ma una sensibilità rara e preziosa in grado di evocare sentimenti, frustrazioni, desideri repressi, confrontandosi con personaggi complessi.

17 - Promising Young Woman - Emerald Fennell
Una Carey Mulligan perfida e geniale, in guerra dichiarata contro il genere maschile. Sbaglia chi lo ha interpretato come un manifesto iper-femminista: è un ribaltamento dei cliché del "rape and revenge movie" e una constatazione della degenerazione del conflitto tra i sessi. Feroce, a tratti sgradevole ed esagerato, ma è l'esempio di una black comedy indie americana finalmente capace di scuotere e creare dibattito, provocando e suscitando reazioni opposte.

16 - Jungleland - Max Winkler
Pugilato e dramma famigliare proletario: come vincere facile. Charlie Hunnam e Jack O'Connell interpretano due fratelli che si ribellano a un boss della malavita: un trionfo di quelle tipiche emozioni che incendiano i film di uomini sul baratro, costretti a combattere per la sopravvivenza. Il guilty pleasure dell'anno: tra nottati alcoliche e violente rese di conti, quello che rimane è sempre il romanticismo controverso che caratterizza il rapporto maschile di fratellanza.

15 - Pieces of a Woman - Kornél Mundruczò
Un dramma sull'elaborazione del lutto, costituito da un prologo di mezz'ora incentrato su un piano sequenza mozzafiato, un'immersione nell'odissea di una donna che affronta un parto complicato. I restanti cento minuti si soffermano sulla ridefinizione della personalità della protagonista, vittima dello sguardo e del giudizio delle persone che la circondano. Virtuosistico, profondo e anti-retorico, il risultato è un salutare pugno nello stomaco, una riflessione sul corpo e sull'identità femminile senza letture scontate.

14 - Judas and the Black Messiah - Shaka King
Da una parte, un leader, un poeta, un rivoluzionario; dall'altra, un ladro, un doppiogiochista, un traditore. Raccontando la storia di Fred Hampton, considerato un nemico pubblico per gli Usa da J.Edgar Hoover, il regista Shaka King fa emergere la centralità di un personaggio cruciale per le battaglie degli afroamericani, non soltanto per la parità razziale ma anche per un'equità sociale ed economica. E mescolando il thriller politico con il dramma interiore del "Giuda" William O'Neal, celebra un riferimento fondamentale per il Black Lives Matter.

13 - Malcolm & Marie - Sam Levinson
Una coppia afroamericana fa esplodere le tensioni represse dopo aver partecipato a una serata di gala. Inizia così un gioco al massacro, pretesto per riflettere su femminismo e parità di diritti, ma anche sulle contraddizioni che accompagnano il processo creativo di un artista, influenzato dai propri rapporti personali. Messa in scena impeccabile: un'impostazione teatrale che si rende cinema grazie a una regia che sa evidenziare i sottotesti. E un'intuizione folgorante sui generi possibili dell'era pandemica: il kammerspiel in casa, il catastrofico là fuori.

12 - Madres Paralelas - Pedro Almodovar
Un piano di lettura duplice, in cui il privato delle protagoniste è inscindibile dall'aspetto politico, da un passato personale e individuale che è connesso, intrecciato, abbracciato al peso collettivo della Storia. Un filo inestricabile che lega la scossa emotiva del melodramma interiore alla coscienza e agli scheletri di un Paese. E come spesso accade nel cinema di Pedro, i sentimenti e la passione sono talmente presenti che tutto il resto arriva nitidamente dopo un'ulteriore riflessione.

11 - Nuevo Orden - Michel Franco
Il ritratto di un Messico violento e disperato, devastato dal conflitto sociale, in cui la rabbia proletaria è indirizzata a scopo politico per un colpo di stato militare. Uno shock ideologico, dove gli elementi più efficaci sono il realismo e la potenza con cui la violenza del popolo emerge durante uno sfarzoso matrimonio dell'alta borghesia. Una sorta di Joker senza icone anarchiche, ma con lo stesso identico disagio per un presente sempre più spaccato dalle differenze di classe e dalle ingiustizie.

10 - Bad Luck Banging or Loony Porn - Radu Jude
Benvenuti nel cinema pandemico, dove i personaggi girano con le mascherine e la messa in scena si adatta alle restrizioni sanitarie. Ne beneficia la creatività: regia d'osservazione, pochade, saggistica, un ritratto surreale dell'ipocrisia che coinvolge tutto il mondo dei social network. Oltre a una riflessione sottile sul valore e sul senso delle immagini che ci circondano, dai filmini porno casalinghi all'orrore dell'estetica dei consumi. Forse disomogeneo e sgangherato, ma innovativo e dotato di sana follia.

9 - Last Night in Soho - Edgar Wright
Il film che non t'aspetti da Edgar Wright, nostalgico e anti-nostalgico nello stesso tempo, privo di comicità: un omaggio alle suggestioni horror di Nicolas Roeg e Roman Polanski, al fascino e alla ghostliness londinese, ma anche un monito nei confronti di una vita passata eternamente sullo specchietto retrovisore. Un viaggio onirico e cinefilo che s'immerge nei dettagli, nella magnificenza delle scenografie e degli ambienti, tra il mito della Swinging London e i fantasmi che si nascondono dietro ogni racconto, ogni leggenda.

8 - The Card Counter - Paul Schrader
Cinema americano allo stato puro, figlio della New Hollywood degli anni Settanta, ma ancora preciso nel racconto di un'America squallida, vigliacca e violenta, disperatamente alla ricerca di redenzione. Il protagonista William Tellich è il Travis Bickle dei giorni nostri, più consapevole e più disilluso, destinato a una fine che non mette in discussione: il carcere come luogo dell'anima, spazio chiuso dove i perdenti sopravvivono con il gioco d'azzardo, contando le carte, immaginando una storia d'amore separata da un vetro. 

7 - The Father - Florian Zeller
Una rielaborazione folgorante del cinema sulla vecchiaia, che flirta con le allucinazioni tipiche dell'horror e reinventa le confusioni del genere labirintico. Un'esperienza cinematografica che adotta il punto di vista di chi vive l'Alzheimer, attraverso una narrazione volutamente incoerente e contraddittoria. Impietoso e sorprendente, arricchito dalla prova dolente di un Anthony Hopkins di straripante bravura e da un cast di contorno eccezionale. 

6 - Another Round - Thomas Vinterberg
Quattro maschi etero di mezza età, mediamente annoiati, sperimentano su se stessi la teoria secondo cui nasciamo con un deficit di alcol nel sangue. Niente di più lontano da moralisti e bacchettoni: Vinterberg celebra gli aspetti tragicomici della vita, concentrandosi sull'inevitabilità dell'ingrediente alcolico nell'affrontarla. Non è un inno gratuito all'eccesso, ma il ritratto compassionevole di un'esistenza che può rivelarsi una gabbia, oppure una leggera danza ebbra di spensieratezza e di consapevolezza verso l'ineluttabile.

5 - France - Bruno Dumont
Straniante, drammatico e demenziale, una fotografia della perdita di misura della realtà nella società della finzione, della messa in scena, della ri-costruzione delle immagini. Léa Seydoux è una giornalista incapace di riconoscere la corretta estensione dei fatti, delle emozioni e dei sentimenti, vittima di una distorsione percettiva dettata dal giudizio degli altri, dal riconoscimento in termini di audience, popolarità, selfie. Tutto è fuori tempo e comico, eccessivo e deviato dall'idea che l'autenticità degli eventi sia stata spazzata via da una simulazione.

4 - L'événement - Audrey Diwan
Vincitore del Leone d'oro alla Mostra di Venezia, è molto di più di un film a tema sull'aborto: la Diwan racconta le fatiche immani e il coraggio impossibile e necessario per svincolarsi dalle gabbie imposte dalla mentalità retrograda della società, delle istituzioni, della famiglia e di tutto ciò che limita e restringe la libertà di scelta e di crescita dell'individuo. Un vero e proprio horror del corpo e dell'anima. E ha come protagonista una giovane attrice meravigliosa ed eroica, Anamaria Vartolomei: segnatevi questo nome.

3 - Titane - Julia Ducournau
Palma d'oro a Cannes tra le polemiche: un body horror schizzato e sgradevole, visionario e fiducioso nelle potenzialità immaginifiche ancora inespresse della Settima Arte. Una profezia sull'abbattimento delle distinzioni di genere, sulla fusione tra corpo umano e corpo metallico, una prefigurazione di una nuova identità neutrale e fluida, proiettandosi nel futuro ma anche rispecchiando il sentire odierno di un'individualità ibrida e pansessuale. Eccessivo e influenzato dalla poetica mutante di Cronenberg, ma con un'idea di cinema indipendente e rinnovatrice, parallela alle evoluzioni della società e delle immagini.

2 - The Hand of God - Paolo Sorrentino 
Un imponente romanzo autobiografico, che s'inserisce nella tradizione del grande cinema italiano nazionalpopolare. Proteggendosi con l'immagine del più famoso gol irregolare della storia e con l'icona mitica e autodistruttiva di Maradona, annulla ogni altro filtro possibile tra sé e chi guarda, dichiarando che il motore del genio creativo è alimentato dall'impossibilità di abbandonare il dolore. E costruendo una successione di sequenze magiche e memorabili, ci confida che il destino si fa beffa delle nostre vite, a volte mascherandosi da tragedia inconcepibile, altre volte ribaltando l'ingiustizia in una giustizia morale, politica: proprio come è stata la mano di Dio.

1 - Compartment No. 6 - Juho Kuosmanen
Una struggente e incompiuta storia d'amore tra due opposti che si attraggono: una borghese studentessa finlandese di archeologia e un rozzo minatore russo alcolizzato si conoscono su un treno che viaggia da Mosca a Murmansk e, dopo i primi incidenti e le prime incomprensioni, realizzano la magia del calore del loro incontro, in un momento cruciale della loro vita. Influenzata dall'intera letteratura di Cechov, è una commedia sentimentale incantevole, malinconica, innamorata dell'idea del sentimento, che celebra le parentesi poetiche e inspiegabili che frammentano il viaggio di ciascuno, impreziosita dai magnifici volti dell'Est dei protagonisti Seidi Haarla e Yuriy Borisov, e dal fascino irresistibile delle location.


MIGLIOR ATTORI: Yuriy Borisov e Seidi Haarla (Compartment No.6)



I FILM DELL'ANNO DE 'IL BELLO, IL BRUTTO E IL CATTIVO'
2011: Black Swan - Darren Aronofsky
2012: De rouille et d'os - Jacques Audiard
2013: The Master - Paul Thomas Anderson
2014: Boyhood - Richard Linklater
2015: The Disappearance of Eleanor Rigby - Ned Benson
2016: Frantz - Francois Ozon
2017: Personal Shopper - Olivier Assayas
2018: Mektoub, My Love - Canto Uno - Abdellatif Kechiche
2019: Joker - Todd Phillips
2020: A Hidden Life - Terrence Malick
2021: Compartment No. 6 - Juho Kuosmanen