domenica 24 giugno 2012

Pop Porno: Deep Throat - La Vera Gola Profonda

Pompa, pompino, bocchino, sufegotto, fellatio, succhione, boccaponcio, stuflone, boccaglio. Internazionalismi? Blowjob, pipe, mamada. Però il deepthroat è un'altra cosa. Spieghiamolo alle ragazze italiane che non lo sanno. Il DT è una pratica, diffusa soprattutto nei paesi protestanti, che consiste in una fellatio estrema, la quale porta la femmina ad accogliere completamente il membro virile in gola, schiacciando il naso contro il ventre del partner. Perchè i paesi protestanti? Ma perchè il luteranesimo nel XVI secolo ha stabilito che il rapporto tra Dio e l'uomo non è mediato da alcuna gerarchia ecclesiastica, e quindi la Bibbia viene tradotta in volgare, cade lo scheletro burocratico della Chiesa, crolla il suo peso opprimente, e questo, nei secoli, si trasforma in disinibizione sessuale, libertà mentale e tutta un'altra serie di frivolezze piacevoli che ai cattolici sono in gran parte ancora precluse. Eh sì, cari miei, Giuseppe Ratzinger ferma le teste delle vostre fidanzate: è triste, ma è così. Ecco perchè "Deep Throat", il primo film porno di successo planetario, è stato girato negli U.S.A., con un'americanissima protagonista, la fantastica Linda Lovelace. L'anno è il 1972, la storia è semplice: Linda non addiviene all'orgasmo quando ha normali rapporti sessuali, perchè il suo clitoride si trova in gola, e non dove dovrebbe stare. Ovviamente la ragazza si dà da fare per rimediare. Tra orgette, dottori maniaci, strani vibratori cavi, quello che emerge è lui, il DT. Linda è una maestra in materia, roba che bisognerebbe proiettare le sue prodezze laringo-tracheali nelle scuole medie. Siamo franchi, Manzoni non serve a un cazzo, lo sappiamo tutti; allora io dico: fuori Alessandro e dentro Linda. Premesso che il film è un pornazzo, quindi val quel che vale, uno spunto di interesse registico c'è, ed è l'utilizzo di sequenze extradiegetiche, cioè formalmente sconnesse dalla storia narrata, nel momento dell'orgasmo maschile. Attraverso la extradiegesi, esso viene alternato una volta ad un razzo spaziale in decollo, un'altra ad una campana che suona, e via dicendo, proprio come faceva Ėjzenštejn in "Sciopero" quando creava un parallelismo tra gli scioperanti massacrati dai cosacchi e i bovini macellati in un mattatoio. Sempre nel 1972, uscì un altro film che io penso abbia alcune analogie con "Deep Throat". Un vero capolavoro del genere anarco-trash: "Pink Flamingos" del visionario (lui visionario vero, non Tim Burton) John Waters. La pellicola è boicottata dai supercritici cinematografici e, ad esempio, sul Mereghetti non c'è nemmeno. Nel film, tra le altre cose, un hippie spompina un travestito obeso, un travestito obeso mangia vera merda di cane, un hippie infila la testa di un pollo vivo nella vagina di una ragazza. In DT come in PF ritroviamo lo stesso potente senso di surrealtà, la stessa torsione iperbolica del nostro piccolo, scivoloso quotidiano, ma soprattutto la stessa tagliente comicità (p.es. in DT la scena della visita ginecologica di Linda è davvero esilarante, specialmente in lingua originale). Concludo dicendo che la visione di "Deep Throat" sfata il mito "anni Settanta=pubi femminili pelosi+droghe pesanti". Linda, in anticipo sui tempi, è depilatissima.

Ivan Brentari

 

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