mercoledì 20 giugno 2012

Cannes e Dintorni 2012 - Seconda Parte: Beyond The Hills, Paradise: Love, Silenced, Thermae Romae

Una delle manifestazioni che più eccitano le fantasie della buona e snob cinefilia milanese è giunta ieri alla conclusione. Anche quest'anno, stando ai dati, pare che si sia rivelata un successo, alla faccia della caldazza, degli Europei di calcio e della crisi. Non si sono visti soltanto capolavori, però, e infatti a 'Beyond The Hills' (voto 4) di Cristian Mungiu va la Palma D'Oro per la più grande delusione. A quanto pare Nanni Moretti ha utilizzato il seguente criterio per assegnare i premi: quanto più lo sbadiglio si fa imponente, tanto più il film è importante. Non comprendiamo minimamente nè quello alla miglior sceneggiatura (prevedibile come un elenco telefonico), nè quello alle migliori attrici (completamente anonime), tanto più quando l'alternativa era una Cotillard da strapparsi i vestiti. Spiace, spiace perchè ci era piaciuto davvero tanto quel '4 mesi, 3 settimane, 2 giorni' (uno dei nostri East Ghost), che proprio qui a Cannes vinse il premio più importante cinque anni orsono. Il bersaglio di Mungiu, stavolta, sono i fondamentalismi religiosi, individuando in un convento isolato ultraortodosso, dietro le colline, il luogo del Male, di quelle brutte e cattive persone che hanno scelto di sacrificare le proprie vite nel nome di Dio. Che palle. Nel frattempo, però, in Romania le cose non vanno molto meglio. Un cinema lunghissimo (due ore e trentacinque minuti ma sembrano di più), pesantissimo, che rassicura lo spettatore mostrando quello che ama farsi ripetere e non pone minimante in discussione nessuna convinzione. Non ci sorprendiamo, a questo punto, che sia rimasto a bocca asciutto un film di tutt'altra fattura, caustico, graffiante, politicamente scorretto, come 'Paradise: Love' (voto 8) di Ulrich Seidl. Il regista austriaco si ripropone dopo undici anni l'allucinante 'Canicola' e ci verrebbe da chiedere dove sia stato tutto questo tempo. Straordinariamente implacabile, Seidl mette alla berlina impietosamente un osceno universo femminile di ultracinquantenni borghesi, sovrappeso, che va in vacanza in Kenya alla ricerca di qualche bel "cioccolatino" che le soddisfi con tanto amore, in cambio però di qualche banconota o bene materiale per sopravvivere. Il film dura due ore piene e gira praticamente sempre sullo stesso tema ma è talmente geniale e corrosivo che scivola via con assoluto piacere. La protagonista Margarete Tiesel (monumentale) è un ottimo esempio di come non dobbiamo diventare, sia uomini che donne. Uno stile, quello di Seidl, che mi riporta alla mente un altro grande regista come Todd Solondz: entrambi non risparmiano niente a livello di cattiveria, ma dietro allo shock iniziale raffigurano una contemporaneità di individui disperati e drammaticamente soli. Dato che la rassegna, però, si chiama 'Cannes e Dintorni' giustifichiamo quel 'Dintorni' parlando di due film che sono stati presentati al Far East Film Festival di Udine. Il primo, 'Silenced' (voto 8) di Hwang Dong-Hyuk, vincitore del concorso, è un ottimo film di denuncia, che ricostruisce uno sconvolgente fatto di cronaca accaduto in una scuola per sordomuti nella provincia di Gwangju, Corea del Sud. Un lavoro asciutto, ben orchestrato, efficace, degno delle migliori produzioni americane. Dong-Hyuk non risparmia nemmeno immagini piuttosto forti e sgradevoli, senza apparire però gratuito e sensazionalistico, e il risultato è un film che riesce a coinvolgere e indignare, come dovrebbe fare il miglior cinema civile. Concludiamo con 'Thermae Romae' (voto 7) di Hideki Takeuchi, premio del pubblico, deliziosamente idiota. Takeuchi dimostra che il cinema asiatico non ha proprio niente da invidiare a quello americano. Un architetto della Roma imperiale si ritrova catapultato nell'odierno Giappone e apprenderà i segreti per costruire bagni termali soddisfacenti e innovativi. Il film è tratto da un manga di successo e regala, soprattutto nella prima parte, qualche vera esplosione di ilarità. E' una bischerata, ma gradevole, onesta, sorretta da un umorismo non-sense stralunato e cazzaro, che fa da sfondo anche a una tenerissima e improbabile storia d'amore.

Emiliano Dal Toso



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