Sono io che li possiedo.
Nina ha 28 anni e fa il porno. Lo fa perchè le piace, perchè è il suo habitat naturale. E' assolutamente consapevole di tutto, non ha un particolare bisogno economico e non è nemmeno costretta. Ama fare sesso, ama essere ripresa ed ha la certezza che sia lei a giostrare i fili di questo mondo, di questo universo maschile riprovevole e umanamente basso. La gratifica il fatto che sia desiderata, che gli uomini che incontra siano sempre un passo dietro, facciano i duri ma si spaventino di fronte al fatto che lei, tutti i giorni, faccia sesso di fronte a una macchina da presa e che sia lei a proporre scambi di coppie, ammucchiate, con naturalezza, assoluto divertimento. Davide Ferrario ha presentato 'Guardami' nel 1999 alla Mostra del Cinema di Venezia, suscitando polemiche e non ottenendo nè un buon successo di pubblico nè un grandioso riscontro dalla critica. Effettivamente, è capitato poche volte di trovarsi di fronte a un film italiano talmente disturbante. Per una buona mezzora, 'Guardami' descrive in modo assai crudo e realistico l'universo del cinema porno in Italia, con i suoi produttori e i suoi registi abbastanza disgustosi, senza scorciatoie consolatorie e senza moralismi. Lo fa utilizzando un linguaggio cinematografico molto originale, frammentario, sincopato, quasi sempre sostenuto dalle distorsioni di una chitarra elettrica in sottofondo. L'effetto è decisamente riuscito: è come assistere a un film solo per adulti con l'accompagnamento musicale dei Sonic Youth (non si risparmiano fellatio e penetrazioni). Il ritratto di Nina è straordinariamente affascinante: vitale, entusiasta, esibizionista e romantica. 'Guardami' ha uno sviluppo narrativo che preferirei non svelare, probabilmente ancora più spiazzante e difficile del suo tema iniziale. Ciononostante, conserva una sua totale libertà visiva, e non cede mai al risvolto tragico o al melodramma. Ferrario è uno dei registi italiani più interessanti e meno chiacchierati degli ultimi vent'anni; prima di 'Guardami', aveva girato 'Tutti giù per terra' con un ventenne Valerio Mastandrea, ritratto generazionale ironico e amaro, anch'esso con una marcia in più da un punto di vista visivo e narrativo. 'Guardami' è il suo lavoro più radicale, coraggioso, anticonformista. Vale anche e soprattutto per l'incredibile interpretazione di Elisabetta Cavallotti, attrice poco conosciuta e sottoutilizzata nel cinema italiano (da noi, vanno avanti le Chiatti e le Crescentini). Oltre a Ferrario, se n'è accorto di lei soltanto Luciano Ligabue per il suo secondo film 'Da zero a dieci'. Indirettamente, 'Guardami' si potrebbe ricondurre alla figura di Moana Pozzi, morta a 33 anni nel 1994 in un albergo di Lione, una delle icone assolute del porno in Italia ma non solo, probabilmente dello spettacolo. Una donna libera, che ha scelto la pornografia e che, con intelligenza e gusto provocatorio, si è ritagliata uno spazio importante nell'immaginario di un Paese, che tuttora reagisce al libero arbitro con il femminismo, alla provocazione con la retorica.
Emiliano Dal Toso
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