Cosa non darei per stare su una nuvola.
Esce il 27 giugno a Roma, il 29 nel resto d'Italia, 'Qualche Nuvola', opera prima di Saverio Di Biagio, presentata al Controcampo italiano lo scorso settembre al Festival di Venezia. Ho avuto la fortuna di vederlo a Milano qualche settimana dopo, nella classica rassegna 'Panoramica', uno dei pochi modi per non perdersi lavori molto interessanti che spesso non vengono nemmeno distribuiti o finiscono nel dimenticatoio. Mi fa molto piacere, dunque, sapere che finalmente il film di Di Biagio ha una distribuzione su tutto il territorio. Sul mio blog, spesso ho parlato di come il cinema italiano contemporaneo abbia perso la capacità di raccontare storie semplici, quotidiane, di gente normale. Non abbiamo un nostro Ken Loach o uno Shane Meadows, piuttosto che un Robert Guediguian. Pare che non esistano vie di mezzo: da una parte illuminati e frivoli borghesi, dall'altra mostruosi imbalsamatori e orribili e laidi usurai. Esistono certamente delle eccezioni: generalmente, però, il piano narrativo prevale sempre sulla descrizione del contesto. E' per questo che 'Qualche Nuvola' va salutato come una ventata d'aria fresca. Per quanto sia un piccolo film, è un lavoro straordinariamente autentico e genuino. Ora, non dirò mai che Di Biagio è un Ken Loach "all'italiana". Anzi, il film si fa notare proprio per essere lontano anni luce da quella che oggi viene intesa come una neocommedia all'italiana. E, nello stesso tempo, racconta una vicenda, descrive personaggi, delinea caratteri che sono meravigliosamente italiani. Diego è un giovane muratore che si sta per sposare con Cinzia, la sua "fidanzata storica", con la quale è cresciuto nello stesso condominio e sullo stesso pianerottolo. Si conoscono da sempre, probabilmente si amano da sempre. Per affrontare le spese del matrimonio, Diego accetta un lavoro extra, ovvero ristrutturare un appartamento nel centro di Roma. Non sa che l'appartamento è abitato da Viola, nipote del capo, bellissima. Viola piomba nella sua vita come un fulmine a ciel sereno: rappresenta tutto quello che Diego non ha mai conosciuto. Sullo sfondo, altri personaggi: i migliori amici di Diego, la migliore amica di Cinzia, i genitori di lui, quelli di lei. Se l'intreccio narrativo potrebbe riportare alla memoria quello de 'L'ultimo bacio', sono il contesto e il modo con cui prende corpo la vicenda a essere la carta vincente del film. 'Qualche nuvola' è una commedia, il regista non è interessato ad affrontare di petto temi drammatici di natura sociale o economica. Dirige con una invidiabile onestà intellettuale. Ha uno sguardo contemporaneo di matrice popolare, e si affida a un quartetto di protagonisti poco conosciuti, sostenuto da un cast di contorno di nomi già affermati. Cominciamo da questi ultimi: c'è il Pietro Sermonti di 'Boris' che interpreta il capo un po' paraculo, un Michele Riondino godibilissimo nei panni del prete della parrocchia nonchè amico di infanzia, un Giorgio Colangeli vero in modo commovente. E c'è un Elio Germano sopra le righe, spassosissimo, in uno di quei suoi ruoli allucinanti di italiani degenerati. Ma 'Qualche Nuvola' non sarebbe tanto riuscito se non fosse per i suoi personaggi principali, per la sua "gente de borgata": Primo Reggiani, amico di sempre, che è un po' un figlio di puttana ma che ti vuole un gran bene; Michele Alhaique, uno di noi, bravo ragazzo a cui tocca dover fare i conti con se stesso. E, soprattutto, le due figure femminili: Aylin Prandi (già vista nell'ottimo 'Il paese delle spose infelici'), bella da perderci la testa; Greta Scarano, bravissima, tostissima, bella da innamorarsene.
Emiliano Dal Toso
Esce il 27 giugno a Roma, il 29 nel resto d'Italia, 'Qualche Nuvola', opera prima di Saverio Di Biagio, presentata al Controcampo italiano lo scorso settembre al Festival di Venezia. Ho avuto la fortuna di vederlo a Milano qualche settimana dopo, nella classica rassegna 'Panoramica', uno dei pochi modi per non perdersi lavori molto interessanti che spesso non vengono nemmeno distribuiti o finiscono nel dimenticatoio. Mi fa molto piacere, dunque, sapere che finalmente il film di Di Biagio ha una distribuzione su tutto il territorio. Sul mio blog, spesso ho parlato di come il cinema italiano contemporaneo abbia perso la capacità di raccontare storie semplici, quotidiane, di gente normale. Non abbiamo un nostro Ken Loach o uno Shane Meadows, piuttosto che un Robert Guediguian. Pare che non esistano vie di mezzo: da una parte illuminati e frivoli borghesi, dall'altra mostruosi imbalsamatori e orribili e laidi usurai. Esistono certamente delle eccezioni: generalmente, però, il piano narrativo prevale sempre sulla descrizione del contesto. E' per questo che 'Qualche Nuvola' va salutato come una ventata d'aria fresca. Per quanto sia un piccolo film, è un lavoro straordinariamente autentico e genuino. Ora, non dirò mai che Di Biagio è un Ken Loach "all'italiana". Anzi, il film si fa notare proprio per essere lontano anni luce da quella che oggi viene intesa come una neocommedia all'italiana. E, nello stesso tempo, racconta una vicenda, descrive personaggi, delinea caratteri che sono meravigliosamente italiani. Diego è un giovane muratore che si sta per sposare con Cinzia, la sua "fidanzata storica", con la quale è cresciuto nello stesso condominio e sullo stesso pianerottolo. Si conoscono da sempre, probabilmente si amano da sempre. Per affrontare le spese del matrimonio, Diego accetta un lavoro extra, ovvero ristrutturare un appartamento nel centro di Roma. Non sa che l'appartamento è abitato da Viola, nipote del capo, bellissima. Viola piomba nella sua vita come un fulmine a ciel sereno: rappresenta tutto quello che Diego non ha mai conosciuto. Sullo sfondo, altri personaggi: i migliori amici di Diego, la migliore amica di Cinzia, i genitori di lui, quelli di lei. Se l'intreccio narrativo potrebbe riportare alla memoria quello de 'L'ultimo bacio', sono il contesto e il modo con cui prende corpo la vicenda a essere la carta vincente del film. 'Qualche nuvola' è una commedia, il regista non è interessato ad affrontare di petto temi drammatici di natura sociale o economica. Dirige con una invidiabile onestà intellettuale. Ha uno sguardo contemporaneo di matrice popolare, e si affida a un quartetto di protagonisti poco conosciuti, sostenuto da un cast di contorno di nomi già affermati. Cominciamo da questi ultimi: c'è il Pietro Sermonti di 'Boris' che interpreta il capo un po' paraculo, un Michele Riondino godibilissimo nei panni del prete della parrocchia nonchè amico di infanzia, un Giorgio Colangeli vero in modo commovente. E c'è un Elio Germano sopra le righe, spassosissimo, in uno di quei suoi ruoli allucinanti di italiani degenerati. Ma 'Qualche Nuvola' non sarebbe tanto riuscito se non fosse per i suoi personaggi principali, per la sua "gente de borgata": Primo Reggiani, amico di sempre, che è un po' un figlio di puttana ma che ti vuole un gran bene; Michele Alhaique, uno di noi, bravo ragazzo a cui tocca dover fare i conti con se stesso. E, soprattutto, le due figure femminili: Aylin Prandi (già vista nell'ottimo 'Il paese delle spose infelici'), bella da perderci la testa; Greta Scarano, bravissima, tostissima, bella da innamorarsene.
Emiliano Dal Toso
Con la semplicita',in Italia abbiamo creato il Neorealismo,in bocca al lupo.
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