martedì 5 giugno 2012

Marilyn (voto 6)

Non un film indimenticabile questo 'Marilyn' di Simon Curtis, molto compitino televisivo, il che non significa che non abbia con sè momenti piuttosto divertenti e godibili. Trae in inganno il titolo italiano, dal momento che si potrebbe pensare che si tratti di un biopic della Monroe e questo potrebbe deludere molti dei tanti estimatori di una delle più grandi dive di sempre del cinema mondiale. Si tratta invece del ritratto di una settimana, di quella trasferta a Londra che Marilyn fece per girare 'Il principe e la ballerina' con Laurence Olivier. A lui conveniva per ritagliarsi uno spazio tra il pubblico pop, a lei per darsi una credibilità scespiriana. Il vero lato caratterizzante del film di Curtis è il punto di vista strettamente maschile: quello di un 23enne, terzo assistente della regia, che Marilyn prende talmente in simpatia al punto da farne il suo confidente e, forse, il suo amante. Questa scelta giustifica, in parte, il registro un po' telefonato, convenzionale del film. Il giovane fortunato assistente è un ragazzetto con cui qualsiasi maschietto potrebbe identificarsi e, verrebbe da pensare, che se ce l'ha fatta lui a ritagliarsi un pezzetto della vita di Marilyn ce la potremmo fare anche noi. Non una scelta narrativa troppo originale, però è indubbiamente efficace (un po' lo stesso discorso del libraio di 'Notting Hill'). Il risultato finale è ampiamente sufficiente (se utilizzassi i mezzi voti, sarebbe un 6 e mezzo), non solo perchè si ride e ci si diverte senza pretese ma, soprattutto, perchè Michelle Williams offre una interpretazione davvero straordinaria. Tecnicamente impeccabile, Michelle è una Marilyn malinconica, a metà strada tra la gioia di vivere e la difficoltà ontologica dell'esistenza. Anche se la sua è la Marilyn di una settimana, bastano un paio di sequenze (davvero belle) per giustificarne il mito: "Shuold I be her?" chiede al suo confidente e lei si abbandona a quello che una schiera di fan desiderebbe da lei (mossette, baci, eleganza, bellezza); "Diamoci almeno una sbirciatina" risponde allo sbarbatello, dopo che quest'ultimo ha capito che per lui non c'è trippa per gatti. La Williams meritava l'Oscar (ricordo che è stato assegnato alla noiosissima Meryl Streep per la prova da vecchia rincoglionita Meg Thatcher). Come canta un poeta dei nostri tempi, la sua Marilyn è "un'incredibile romantica, un po' nevrotica, però simpatica, di certo unica".

Emiliano Dal Toso


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