'7 days in Havana', da lunes a domingo. 7 registi di varie nazionalità. 7  racconti che per un paio d'ore parlano della storia di Cuba, della sua vita,  della sua gioia e dei suoi dolori, del suo cuore tribale, del suo marxismo  romantico alla sudamericana. Cantet, vincitore a Cannes qualche anno fa con 'La  Classe', Benicio Del Toro in veste di regista, Elia Suleiman, Gaspar Noé, Emir  Kusturica interprete di se stesso, sono solo i nomi principali dei grandi  cineasti e attori che hanno collaborato a questo progetto. Non tutti gli episodi  sono riuscitissimi, bisogna dirlo. Alcuni si fermano alla superficie della Cuba  più stereotipata, fatta di belle ragazze, turisti unticci e un po' laidi, case  scrostate e orgoglio popolare. Tre episodi, tuttavia, a me sono sembrati  particolarmente gradevoli. 'Jam Session' di Pablo Trapero vede un Emir Kusturica  nei panni di se stesso, perennemente alticcio e in crisi con la moglie, che  atterra a Cuba per ritirare un premio. Emir fa amicizia col proprio autista, un  trombettista di qualità eccelsa, e viene portato ad ascoltare una jam session  della sua band, che si conclude solo quando il sole del mattino colora di ocra  il Mar dei Caraibi. Poi c'è 'Diary Of a Beginner' di Suleiman. Il regista e  attore palestinese è protagonista del corto. Sull'isola per un non meglio  precisato motivo, Suleiman zompetta da un angolo all'altro della città,  osservando con le lenti surrealizzanti dei suoi occhiali la vita e l'amore dei  cubani, una realtà così diversa dal peregrinare becero dei turisti cafoni a  caccia di belle donne e divertimenti. Bello, poetico e divertente. Infine c'è  'Ritual' di Gaspar Noé. Il cortometraggio è un esempio di Cinema all'ennesima  potenza, l'arte delle immagini. Niente dialoghi, solo musica e suoni ossessivi,  suggestioni visive, zero stereotipi. Niente salsa, rumba e bocche sorridenti.  Tutto inizia con il reggaeton, un ballo che ultimamente ha preso piede a Cuba,  ma che le autorità hanno vietato perchè troppo sessista e offensivo nei  confronti delle donne. Due ragazze si baciano. I genitori di una delle due  scoprono l'omosessualità della figlia e la sottopongono ad un rituale di  purificazione, che viene filmato con pochissimi stacchi, in un'ambientazione  cupa. L'anima africana di Cuba, fatta di riti ancestrali e superstizioni. Emerge  la forza meticcia dell'isola, che è forse una delle ricchezze più grandi del  popolo cubano. Questo film ci ricorda di quell'isola minuscola e di quello che  ha significato per milioni di persone in tutto il mondo. La piccola bambina,  bagnata dal mare, circondata dai giganti, sa guardare ancora al futuro. Ma non  dimentica la Rivoluzione.
Ivan Brentari
Ivan Brentari
 
 
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