martedì 12 febbraio 2013

Anima Latina: 7 Days In Havana

'7 days in Havana', da lunes a domingo. 7 registi di varie nazionalità. 7 racconti che per un paio d'ore parlano della storia di Cuba, della sua vita, della sua gioia e dei suoi dolori, del suo cuore tribale, del suo marxismo romantico alla sudamericana. Cantet, vincitore a Cannes qualche anno fa con 'La Classe', Benicio Del Toro in veste di regista, Elia Suleiman, Gaspar Noé, Emir Kusturica interprete di se stesso, sono solo i nomi principali dei grandi cineasti e attori che hanno collaborato a questo progetto. Non tutti gli episodi sono riuscitissimi, bisogna dirlo. Alcuni si fermano alla superficie della Cuba più stereotipata, fatta di belle ragazze, turisti unticci e un po' laidi, case scrostate e orgoglio popolare. Tre episodi, tuttavia, a me sono sembrati particolarmente gradevoli. 'Jam Session' di Pablo Trapero vede un Emir Kusturica nei panni di se stesso, perennemente alticcio e in crisi con la moglie, che atterra a Cuba per ritirare un premio. Emir fa amicizia col proprio autista, un trombettista di qualità eccelsa, e viene portato ad ascoltare una jam session della sua band, che si conclude solo quando il sole del mattino colora di ocra il Mar dei Caraibi. Poi c'è 'Diary Of a Beginner' di Suleiman. Il regista e attore palestinese è protagonista del corto. Sull'isola per un non meglio precisato motivo, Suleiman zompetta da un angolo all'altro della città, osservando con le lenti surrealizzanti dei suoi occhiali la vita e l'amore dei cubani, una realtà così diversa dal peregrinare becero dei turisti cafoni a caccia di belle donne e divertimenti. Bello, poetico e divertente. Infine c'è  'Ritual' di Gaspar Noé. Il cortometraggio è un esempio di Cinema all'ennesima potenza, l'arte delle immagini. Niente dialoghi, solo musica e suoni ossessivi, suggestioni visive, zero stereotipi. Niente salsa, rumba e bocche sorridenti. Tutto inizia con il reggaeton, un ballo che ultimamente ha preso piede a Cuba, ma che le autorità hanno vietato perchè troppo sessista e offensivo nei confronti delle donne. Due ragazze si baciano. I genitori di una delle due scoprono l'omosessualità della figlia e la sottopongono ad un rituale di purificazione, che viene filmato con pochissimi stacchi, in un'ambientazione cupa. L'anima africana di Cuba, fatta di riti ancestrali e superstizioni. Emerge la forza meticcia dell'isola, che è forse una delle ricchezze più grandi del popolo cubano. Questo film ci ricorda di quell'isola minuscola e di quello che ha significato per milioni di persone in tutto il mondo. La piccola bambina, bagnata dal mare, circondata dai giganti, sa guardare ancora al futuro. Ma non dimentica la Rivoluzione.

Ivan Brentari
 


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