Parecchie polemiche per la presenza della parola "porno" si sono scatenate negli Stati Uniti all'uscita dell'ottavo film di Kevin Smith, tanto che per l'uscita home video il titolo è stato ridotto in 'Zack And Miri.' Noi italiani, invece, abbiamo dovuto aspettare addirittura due anni perchè venisse distribuito col terribile 'Zack e Miri - Amore a primo sesso.' Preferisco, dunque, chiamarlo col bellissimo titolo originale anche perchè si tratta decisamente del film più divertente di Kevin Smith e del suo più riuscito dopo l'indimenticabile debutto grunge di 'Clerks.' A dire la verità, 'Zack And Miri Make A Porno' è una vera sfida al politicamente corretto, un'opera infarcita di battute e situazioni dalla volgarità inenarrabile al limite dell'imbarazzante. Ciononostante, è un film demenziale squisitamente costruito e intelligente, sullo stile dei film di Judd Apatow. L'accostamento demenziale a intelligente può sembrare un ossimoro ma la creatività e l'anarchia che hanno spesso caratterizzato il cinema di Smith garantiscono questo frizzante connubio. La trama è semplice. Due vecchi amici che convivono e che si trovano senza soldi decidono di girare un film porno per pagare le bollette. Lui è Seth Rogen e lei è Elizabeth Banks ed entrambi si giurano che l'atto sessuale che li vedrà protagonisti non metterà a repentaglio la loro ventennale amicizia. Ovviamente, le cose non andranno come previsto. Non mi sento di consigliare 'Zack And Miri Make A Porno' a chiunque, di certo non lo consiglierei ai miei genitori o a chi è infastidito dal genere demenziale e da dialoghi piuttosto coloriti. Lo consiglio senz'altro a tutti coloro che hanno voglia di un cinema scorretto e anticonformista. 'Zack And Miri Make A Porno' è liberatorio, oltraggioso ma tutt'altro che superficiale. La riflessione sul confine tra rapporto di amicizia e quello sentimentale non è meno brillante di 'Harry Ti Presento Sally' e l'equilibrio tra delirio e profondità mi ha ricordato 'Suxbad'. Il quid pluris di 'Zack And Miri Make A Porno' è, però, rappresentato da quel fenomeno comico di Seth Rogen. Occhialuti, grassocci, triviali, goffi e teneri, i suoi personaggi sono la miglior manifestazione della generazione nata negli anni 80 che non ha fatto la rivoluzione ma che ha nell'ironia l'arma migliore per affrontare le tragicommedie della vita. Bello e cattivo, ma non per tutti.
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