Il tema dei rapporti interpersonali tra uomo e donna non è certo nuovo, da 'Harry ti presento Sally' al più recente 'Amici di letto' la domanda se sia possibile un'amicizia senza implicazioni sentimentali è stata proposta ormai in tutte le possibili salse, e la risposta è generalmente che alla fine l'amore trionfa, malgrado forse nella vita vera vada diversamente. 'One Day' utilizza un meccanismo molto originale per raccontare la storia d'amore e d'amicizia di due ventenni nell'Inghilterra degli anni Ottanta: focalizzarsi su un solo giorno all'anno, esattamente il 15 luglio, in un arco temporale che va dal 1988 al 2011. Va detto che la prima parte del film ricorda eccessivamente (seppur involontariamente, suppongo) un bel gioiellino italiano di qualche anno fa, 'Dieci Inverni', che raccontava la stessa identica storia in meno tempo ma con location diverse (Venezia e Mosca). 'One Day', invece, è ambientato tra Londra, Edimburgo e Parigi e la regista Lone Scherfig riesce a trasmettere con grande eleganza e cura dei dettagli tutto il fascino e la bellezza di queste splendide città. Il film non convince immediatamente. Troppo incerottato tra un protagonista maschile piuttosto antipatico (Jim Sturgess, meglio che in 'Across the universe') e una Anne Hathaway come sempre smorfiosetta, e per una buona mezz'ora ci chiediamo per quale motivo dovremmo identificarci in due personaggi così fighetti e perbene. Poi, piano piano, 'One Day' prende letteralmente il volo e da una commedia sentimentale già vista si trasforma in un caldo melo d'altri tempi. I due protagonisti entrano sotto pelle, non sono più i figli di papà della prima mezzora ma due bellissimi personaggi di un romanzo appassionato, gestito magnificamente dalla Scherfig in ogni minimo particolare: non solo le location, ma la colonna sonora, i ruoli di contorno, i dialoghi, tutto quanto riporta a un cinema rigoroso ma di gran classe, come sembrava ormai non se ne facesse più. Ed è proprio questo gusto retro che fa innalzare 'One Day' dalle basse commedie sentimentali degli ultimi anni. Insieme a 'Non lasciarmi' di qualche mese fa, rappresenta il ritorno del melodramma classico, il bisogno di un cinema che non si riduca all'ennesima battuta modaiola sui gay ma che recuperi e insegua un genere e una tradizione che hanno fatto la Storia. E anche noi, solitamente duri, non abbiamo potuto evitare di emozionarci di fronte a una storia d'amore così autentica, reale, struggente.
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