sabato 7 luglio 2012

Un Quarto di Decennio - i 5 Film Fondamentali

The Social Network - David Fincher/Emiliano Dal Toso
Il vero Zeitgeist del nuovo millennio. Un ottimo regista al servizio di una sceneggiatura a orologeria, incalzante, cinica, senza tregua. Un cast di attori emergenti che stanno già segnando la nuova Hollywood (Eisenberg, Garfield, Mara). Un film sull'Oggi, sulla velocità, sull'insensibile frenesia, sulla schiuma dei giorni. Ma, soprattutto, su un'amicizia tradita. Non basteranno mai milioni di amici virtuali quando la solitudine è parte di noi, e se il primo amore è un'ossessione, per nulla magnifica.

Il Cigno Nero - Darren Aronofsky/Ivan Brentari
Black Swan non è veramente un film. Ha la profondità, la complessità, la brutalità animalesca di un'opera letteraria. Arronofsky prende gli incubi dell'umanità disgraziata, li plasma, li deforma, li nega, li esalta, li presenta con una immaginifica semplicità. Un film che sembra un libro, una canzone che racchiude in quattro minuti la storia di un film, un libro che sa colorare, con le parole, le proprie pagine, come fossero la tela di un quadro. Insomma, la bellezza meticcia.

The Tree Of Life - Terrence Malick/Giancarlo Mazzetti
Molto pretenzioso, forse troppo. Finisce con l'essere un film doppio: una parte - quella legata al microcosmo familiare - bellissima, con un ottimo Brad Pitt; l'altra - quella riferita all'infinito, allo spazio e alla dimensione onirica - più potente dal punto di vista dell'immagine ma meno puntuale e, forse, eccessiva. Un film complesso, fortemente simbolico; si può discuterne all'infinito, ma Malick ha il coraggio di ritrovare il senso primo della Settima Arte nel contesto del cinema attuale.

Melancholia - Lars Von Trier/Luca Recordati
Lars Von Trier riesce nell’intento di creare un film sulla fine del mondo e più ci si avvicina alla conclusione della storia, più l’angoscia cresce, fino al catastrofico finale. Ma il film è soprattutto una riflessione sulla disgregazione della famiglia e sul fallimento delle aspettative. Si può ricollegare a 'The Tree Of Life' di Malick per le tematiche, ma non per il modo di trattarle. Qui pervadono depressione, cupezza, melanconia.

The Artist - Michel Hazanavicius/
Alvise Wollner
Passato alla Storia come il film simbolo dell'annata cinematografica appena trascorsa, 'The Artist' è uno dei più veri e sinceri omaggi alla Settima Arte. Girato in un bianco e nero d'altri tempi, ha il suo pregio più grande nell'essere un film muto che vuole parlarci dell'avvento del sonoro. Pellicola fuori dal tempo, giocata sui clichè del Cinema classico hollywoodiano, deve buona parte del suo successo all'immensa prova attoriale di Jean Dujardin. Per i cinefili, l'effetto nostalgia è assicurato.



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