mercoledì 11 luglio 2012

The Amazing Spider-Man (voto 7) IL FILM DEL MESE

Chiariamolo subito. 'The Amazing Spider-Man' ha il grande difetto di venire dieci anni dopo il primo film di Sam Raimi e solo cinque anni dopo l'ultimo episodio. Non si è mai visto nella storia del cinema un reboot così veloce. Christopher Nolan era ripartito da zero con 'Batman Begins' otto anni dopo l'ultimo Batman di Schumacher (che proseguiva la serie di Tim Burton) ma, signori, stiamo parlando di Nolan, uno che all'epoca aveva già acquisito la nomea di autore dopo solo tre film. In questo caso, dietro la macchina da presa ci va il misconosciuto Marc Webb, alla seconda fatica dopo l'ottima commedia sentimentale '500 giorni insieme'. Webb riesce nell'impresa di compiere un lavoro eccellente, più leggero e cazzaro di quello di Raimi. Comparando le due diverse impostazioni, la mia personalissima tendenza a preferire l'onestà intellettuale, la semplicità e il divertimento all'ambizione e alla necessità di oltrepassare i limiti del puro intrattenimento mi porterebbe a sentenziare che questa nuova versione dell'Uomo Ragno è migliore di quella precedente. Dall'altra parte, però, non si possono dimenticare il travaglio e la sfortuna che precedettero il film di Raimi, che coprì in extremis i buchi lasciati da James Cameron e Ang Lee e si dovette cimentare nella trasposizione cinematografica di un fumetto che conosceva soltanto per sentito dire. Per non parlare della tragedia dell'undici settembre che costrinse a ritoccare, in fase di post-produzione, diverse sequenze. I clamorosi risultati al botteghino hanno dato comunque ragione al regista de 'La casa'. Non ho mai amato troppo quello Spider-Man, nemmeno a quindici anni. Troppa cupezza, troppa pesantezza, pochi passaggi davvero "ignoranti". Avrei preferito una versione più simile a quella di questo 'The Amazing', che si caratterizza per maggiore spettacolarità e per una migliore sensibilità nella descrizione dei rapporti interpersonali. E, soprattutto, per una grandiosa scelta di casting. Andrew Garfield è un Peter Parker molto più simpatico, più autoironico e meno sfigogrigio ed, inoltre, ha una notevolissima gamma espressiva, a differenza di Maguire. Seppur bella, Emma Stone è forse meno bella di Kirsten Dunst ma il suo personaggio di Gwen Stacy è indubbiamente più vivace, consapevole di essere la donna di un supereroe e di avere, in proporzione, altrettante responsabilità. Mary Jane, tutto sommato, non era altro che una gattamorta divisa tra la tenerezza nei confronti di uno sfigato e la sicurezza economica che le poteva garantire la ricca famiglia Osborn. Proseguiamo. Gli zii Martin Sheen e Sally Field (sticazzi!) lasciano da mangiare la polvere a Cliff Robertson e a Rosemary Harris. E il cattivo Lizard del grandissimo Rhys Ifans non ha assolutamente niente da invidiare al Goblin di Willem Dafoe. Insomma, si ride di più, ci si distrae di più e ci si emoziona di più: scusate, che cos'altro volevate chiedere all'Uomo Ragno?

Emiliano Dal Toso

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