domenica 10 aprile 2011

Kick Ass (voto 9)

"Nella vita sono mai stato un supereroe? Ho avuto solo tanta buona volontà e una capacità incredibile di saper prendere calci"Ciascuno di noi, almeno per un periodo della sua vita, ha pensato di voler diventare un supereroe piuttosto che una rockstar. Ciascuno di noi ha avuto un angolo personale incompreso nella sua cameretta, nel quale si è rifugiato per leggere fumetti o per ascoltare i suoi album del cuore. 'Kick Ass' è un film pulp e iperviolento che parla di sogni, di passioni e di giochi. Il protagonista Aaron Johnson (qui davvero convincente dopo il deludente John Lennon di 'Nowhere Boy') è il classico geek americano, goffo e inadeguato, che addirittura si finge gay per conquistare la ragazza che ama. Grazie ai nuovi mezzi di comunicazione e a una impavidità senza pari, riesce a diventare un supereroe dal nome di Kick Ass (letteralmente, calcio nel culo). Non è molto rilevante, però, il fatto che lo diventi perchè ciò su cui il regista Matthew Vaughn mette l'accento sono i suoi tentativi tragicomici e assolutamente improbabili per dare vita ai suoi sogni e alle sue ingenue fantasie. 'Kick Ass' è il ribaltamento della realtà, l'opposto della verosimiglianza ma nello stesso tempo è ciò che di più autentico potesse esprimere un film tratto da un fumetto. Le vere e proprie carneficine messe in atto dalla piccolissima e meravigliosa Chloe Moretz sono la definitiva vendetta dell'infanzia nei confronti del mondo degli adulti, volgare e televisivo. E' una violenza liberatoria e rivoluzionaria espressa in maniera inevitabilmente eccessiva. Sarebbe divertente la definizione di un teen movie diretto da Tarantino ma la sensibilità poetica e umana di 'Kick Ass' mi fanno pensare ancor di più a Wes Anderson che gira il remake di 'Spiderman'. Se da grandi poteri derivano grandi responsabilità, da nessun potere non dovrebbe derivare alcuna responsabilità eppure non è così, purtroppo o per fortuna. Gli eroi del film di Vaughn fanno conto soltanto sul loro ingegno, sulla loro irruenza e cattiveria, non hanno nè batmobili nè ragnatele che escono dalle dita. Quelle vengono lasciate alle collezioni di albi sugli scaffali. Ogni luogo del film è un mattatoio nel quale le ragioni per uccidere sono solo individuali, il riscatto sociale e la vendetta. Non esistono ideali assoluti nelle loro azioni, esiste però la voglia di fuggire e di giocare. 'Kick Ass' non è un inno alla violenza. La violenza espressa è del tutto irreale e assurda perchè non può che limitarsi ai livelli immaginifici, quelli dei sogni e dei giochi. Per questo, Kick Ass e Hit Girl fanno fuori tutti. Perchè, di fronte a una realtà che ha smesso di usare l'immaginazione, il cinema è uno dei pochi mezzi per rendere reale l'irreale. Bello e Cattivo.

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