lunedì 4 aprile 2011

Nessuno Mi Può Giudicare (voto 4)

Esistono cinepanettoni che in passato mi hanno fatto ridere a crepapelle, trovo Boldi e De Sica due bravi comici che avrebbero potuto sfruttare ancor meglio il loro potenziale e non sopporto lo snobismo nei loro confronti da parte di coloro che poi, magari, impazziscono per serie televisive altrettanto becere ma molto più presuntuose. I cinepanettoni hanno un grande pregio: la totale assenza di morale. Quella morale che, purtroppo, sta annacquando questo filone di film premiato dal pubblico ed etichettato come  la Nuova Commedia Italiana, manco si parlasse dei vari Brizzi, Lucini & Co. come a dei nuovi Monicelli o Dino Risi. L'opera prima di Massimiliano Bruno s'inserisce nella categoria e si rivela uno dei peggiori esemplari. Poche gag a segno, critica sociale all'acqua di rose, buonismo imperante e, soprattutto, spreco di talenti. La Cortellesi non è certo Julia Roberts ma deve ancora trovare il ruolo che le dia il valore che merita e quello di escort per necessità non è certo nelle sue corde. Tralasciando Raoul Bova, 'Nessuno mi può giudicare' ha una serie di comprimari eccellenti che salvano il film dal naufragio. Rocco Papaleo è sensazionale ed è sua la battuta migliore ("E i neri sarebbero uguali ai bianchi? Ma che siamo, in un film di Nanni Moretti? Ve lo meritate, Nanni Moretti!"), Caterina Guzzanti e Lucia Ocone non sono inferiori alla Cortellesi per simpatia e bravura. Il qualunquismo col quale viene affrontato il mondo dell'escortaggio, però, è davvero tremendo ma ancor peggio è la morale che ne viene fuori. Per chi non conoscesse i miei gusti, non sono assolutamente prevenuto verso la commedia italiana populista. Ho trovato grande Checco Zalone, mi sono emozionato con le notti prima degli esami e non mi è dispiaciuto neanche 'Benvenuti al Sud'. E' anche vero che quando si mira in alto e si pretende addirittura la lezioncina annessa a critica sociale, non è possibile aggrapparsi alla simpatia dei protagonisti. E Massimiliano Bruno aggiunge al tutto una storia d'amore assolutamente improbabile tra una vedova della Roma bene e un Raoul Bova borgataro. Posso dirlo? Brutta roba.

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