Ken il rosso, Ken il guerriero, Ken duro e puro. Per anni, il cinema di Loach è stato contrassegnato da nette prese di posizione a favore della classe proletaria, dei lavoratori, degli ultimi. Da qualche film a questa parte, però, il nostro Ken pare che abbia imparato la grande lezione della tragedia, secondo la quale non esistono nè buoni nè cattivi, esiste solo un bisogno cannibale di sopravvivenza. Così non ci sono più gli operai con i quali schierarsi in nome di di una alternativa, quella del socialismo democratico trotzkista. La gente comune, ora, è disposta ad andare in guerra, a uccidere e a farsi uccidere pur di un'arricchimento economico, non più in nome di un ideale, di una rivoluzione così come è stato raccontato negli indimenticabili 'Terra e libertà' e 'Il vento che accarezza l'erba'. Non c'è più un senso collettivo di classe, di solidarietà col quale farsi forza e sorreggersi, è sparita quella "riff raff" (gentaglia) che da sola contribuiva a dare un significato marxista alla parola esistenza. Anche nel precedente, adorabile 'Il mio amico Eric' il singolo era vittima di un senso di alienamento che lo costringeva a rifugiarsi nell'immaginazione di una materializzazione del proprio idolo calcistico per avere una spalla sulla quale sorreggersi. Addirittura, non esistono nemmeno più nel calcio le divisioni di classe. Ora, la "riff raff' può fare il tifo anche per lo United o per l'Everton in luogo del City o del Liverpool, una volta le squadre più amate dagli operai . E così, dopo il glaciale 'In questo mondo libero', Ken Loach non dipinge più eroi dei sobborghi ma uomini che credono solo in un tipo di giustizia, quella che si fa da soli. La vendetta ha sostituito la lotta ed è una constatazione dolentissima per chi ha sempre seguito il suo cinema. Da sempre rigoroso ma non didascalico, etico ma non moralistico. Batte sempre forte il cuore rosso quando mostra l'indicibilità dell'atto bellico. Batte sempre forte il cuore rosso quando non viene concessa alcuna pietà nei confronti degli agenti privati che trafficano in mercenari. Batte sempre forte il cuore rosso quando l'amicizia e l'amore prendono il sopravvento, quando ogni azione viene compiuta in nome del sentimento e non del denaro. Rimane guerriero indomito Ken nel momento in cui il bersaglio è la macchina capitalista, che produce orrore e differenze disumane. 'L'altra verità' non ha la forza devastante di 'Redacted' di Brian De Palma ma è tutt'altro che un'opera minore di Loach, un thriller asciutto e doloroso sorretto da una eccellente sceneggiatura del sempre fedele Paul Laverty.
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