domenica 7 agosto 2011

Sorelle Mai (voto 1)

'Sorelle Mai' è un'operazione inqualificabile. Lo spettatore è vittima di un delirio di onnipotenza del regista Marco Bellocchio, il quale pretende che le vicissitudini della sua famiglia possano essere motivo di interesse per un pubblico che, a ragione, ha disertato il film nelle sale. Se da un lato può essere apprezzabile lo spunto di omaggiare la propria terra d'origine, dall'altro 'Sorelle Mai' non è molto diverso da quello che potrebbe offrire un filmmaker alle prime armi che, muovendosi tra i propri luoghi natii, riprende le discussioni di mamma, zie e nonni. E' vero che 'Sorelle Mai' è il risultato di un lavoro svolto con i ragazzi aspiranti registi di FareCinema ma per quale motivo allo spettatore, che spende ormai otto euro per un film al cinema, questo dovrebbe interessare? L'unica ragione plausibile per cui 'Sorelle Mai' è uscito nelle sale può rintracciarsi nell'onda Amarcord iniziata da Tornatore con 'Baarìa' e proseguita da Virzì con 'La prima cosa bella', grandi registi che hanno sentito l'urgenza di raccontare le proprie "sanguinose" radici dando però la possibilità a chi guarda di riconoscersi nei protagonisti e immedesimarsi in storie, ricordi che riguardano ognuno di noi. Per 'Sorelle Mai' non può essere giustificabile nemmeno l'ipotesi documentaristica perchè non svolge quella funzione meramente informativa che potrebbe offrire, invece, un onesto programma televisivo di approfondimento geografico su Bobbio. E, invece, siamo costretti a seguire i mutui da pagare e i pestaggi subiti dal figlio PierGiorgio ed è davvero sprecata la figlia Elena, che sarebbe potuta essere la protagonista di un bel racconto di formazione se solo l'egocentrismo smisurato del regista non avesse portato ad autocompiacersi (gli spezzoni de 'I pugni in tasca' non hanno altro significato) e a girare per il parentado e per il grande amico Gianni Schicchi invece che per il pubblico. Infine, sono del tutto immotivate le presenze della Finocchiaro e della sempre splendida Alba Rohrwacher che provano a dare un minimo di contributo artistico all'operazione ma che rimangono schiacciate da un quadretto famigliare banale e troppo poco interessante. A fare bella figura resta comunque Bobbio, paese nel quale l'ex grande regista Marco Bellocchio organizza ogni estate un bel festival di cinema italiano.

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