sabato 27 ottobre 2012

Billy Wilder Gallery: Viale Del Tramonto

Aprendo un mio ipotetico libro sui dieci capolavori del cinema, trovereste sicuramente 'Viale del Tramonto' di Billy Wilder. Il Maestro non si è limitato, però, a creare un solo capolavoro, ma ha scritto pagine intere di Storia del Cinema: 'L’appartamento', 'La fiamma del peccato' e 'A qualcuno piace caldo' sono solo alcune delle sue opere d’arte . 'Sunset Boulevard' è uno di quei film capaci di emozionarmi e di sorprendermi ogni volta che lo guardo. Un giovane e disoccupato sceneggiatore, braccato dall’assicurazione per i pagamenti arretrati, decide di recarsi in auto alla Paramount Picture per proporre la sua ultima scadente sceneggiatura, ma sulla strada del ritorno incrocia gli odiati assicuratori. A causa di una foratura, si nasconde nel garage di una vecchia casa sul Sunset Boulevard. Da questo momento, inizierà una lenta discesa agli inferi. Questo dramma ha come caratteristiche principali, per quanto riguarda lo stile, una voce fuori campo (che mostra e descrive le azioni e i pensieri del protagonista), un bianco e nero travolgente e una straordinaria fotografia. La forza di questo immenso capolavoro consiste, però, in quelle idee che stanno dietro ad una grande sceneggiatura. Infatti, ci viene mostrato il netto contrasto tra un modo di fare e di intendere il cinema, risalente al periodo del muto, e un altro modo, giovane e nuovo, che si stava affermando. Il cinema muto è  rappresentato dalla figura della protagonista Norma Desmond (Gloria Swanson, regina del cinema pre 1929, mette in questa interpretazione tutta la sua storia personale), una diva che vive nei ricordi, di quello che è stato, del suo splendore e della sua fama. Questo suo essere ancorata al passato si nota anche dalle lettere che numerosi fan le mandano, dalla vecchia casa arredata con uno stile démodé e dall’automobile ormai da antiquariato. Oltre a ciò, si circonda di amici, anch'essi decaduti, come Buster Keaton, Hedda Hopper, Anna Q. Nilsson, mentre nella parte del maggiordomo Max troviamo Erich Von Stroheim, famosissimo regista che fece un controverso film con Gloria Swanson, mai terminato. Sintomatica di questa situazione la scena in cui Max, con tono nostalgico, elenca al giovane scrittore i tre maggiori registi del muto: Cecil B. De Mille, D. W. Griffith e, appunto, Erich Von Stroheim. Il personaggio dello scrittore disoccupato (William Holden), invece, è la metafora della voglia del nuovo cinema di uscire allo scoperto, di superare i fantasmi del passato. Nel mezzo, troviamo Cecil B. De Mille (ha diretto numerosi film con Gloria Swanson), nel ruolo di se stesso, metafora di un cinema che fu, ma che ha avuto però la lungimiranza di capire che il sonoro sarebbe stato il futuro e, quindi, di rimettersi completamente in gioco. Tutto, in questa pellicola, concorre a rappresentare un manifesto della grandezza del cinema hollywoodiano e della sua Storia. Il titolo in inglese si riferisce a una delle vie più lunghe e famose di tutta Los Angeles, dove vivono alcuni tra gli attori più famosi, mentre il titolo in italiano fa riferimento ai divi che furono, quelli del cinema muto.


Luca Recordati



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