giovedì 22 dicembre 2011

Christmas Movie: Una Poltrona Per Due

"Pensavi che mi fossi dimenticato la gratifica natalizia? Eccoti cinque dollari." "Grazie, con questi ci vado al cinema. Da solo."
Vaffanculo al Natale. Vaffanculo a Mediaset e alla sua programmazione televisiva che ogni anno ripropone in prima serata spacciandola come una commedia "per tutta la famiglia" uno dei film più fieramente rossi che siano mai stati girati da un regista americano nonchè uno dei miei dieci capolavori preferiti di ogni tempo. 'Una poltrona per due' è rosso ma di quel rosso profondo che ha a che fare con i colori della rivoluzione, dell'anticapitalismo e dell'anticlassismo piuttosto che con quello babbonatalizio delle palline da mettere sull'albero. Il compagno John Landis gira col pugno alzato dalla prima all'ultima sequenza, innevando ogni gag, ogni invenzione comica di un sottotesto politico decisamente schierato. Il fatto che 'Una poltrona per due' abbia la leggerezza e la grazia della miglior tradizione della commedia americana non fa altro che testimoniare il genio e l'abilità narrativa di un regista strepitoso. Ecco chi era John Landis. L'uomo che ha lanciato nell'olimpo degli dei della comicità John Belushi e che ha rivelato la forza dirompente di un caratterista come Eddie Murphy. L'attore afroamericano non ha mai ritrovato nella sua carriera un ruolo così meravigliosamente congegnato e trascinante come quello del senzatetto che diventa un genio della finanza. Così come Dan Aykroyd si ricorda soprattutto per 'The Blues Brothers' e per questo personaggio teneramente ingenuo e inconsapevole, molto di più che per 'Ghostbusters' nel quale Bill Murray avrebbe rubato la scena anche a Marlon Brando. 'Una poltrona per due' rappresenta il graffio punk di un raffinato umorista nei confronti del sistema economico occidentale e va contestualizzato in una America nella quale il partito repubblicano di Ronald Reagan ha appena sbaragliato i democratici di Jimmy Carter. Quel conservatorismo che ha fatto sì che i ricchi diventassero sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, che le differenze sociali acquisissero distanze abissali viene completamente abbattuto e devastato all'interno di una sceneggiatura clamorosa nella quale i banchieri sono sodomizzati da gorilla e un maggiordomo, una prostituta e un homeless ribaltano i meccanismi del sadismo sociopolitico. Non c'è miglior vendetta del finale in cui le due marionette si ritrovano al posto dei burattinai e l'unica fine possibile per i due fratelli capitalisti non può che essere impietosa e fatale. La lievità, la forza popolare della comicità contenitrice di contenuti rivoluzionari e beffardi sono la spina dorsale di un capolavoro degno di essere posto al fianco delle filmografie di Frank Capra, Billy Wilder e Peter Bogdanovich. L'irrefrenabile continuità dei numeri comici sedimentati su motivi classisti e razziali appare ancora oggi senza eguali, in equilibrio miracoloso tra demenzialità e sarcasmo. Ecco chi era John Landis e Buon Natale a tutti quanti.

Emiliano Dal Toso

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