Quando ero più giovane, l'abuso di droghe leggere non aveva ancora iniziato a provocarmi crisi di panico, anzi, esaltava la mia euforia. In quel periodo, un paio di sere, intorno alle cinque del mattino, mi è capitato di vedere questo film. Oggi lo rivedo per poterne inserire una recensione più o meno ragionata in questa rubrica natalizia. Il film racconta storie diverse che si intrecciano all'interno dello stesso edificio durante la notte di capodanno. Persone diversissime con storie altrettanto diverse e indipendenti tra di loro, sommano le piccole e grandi complicazioni delle loro piccole vite in una escalation irreversibile di caos e distruzione in cui tutti finiscono per trovarsi coinvolti. Una famigliola felice, tre ladri, due giovani scapestrati a caccia di emozioni nuove, una coppia che scoppia e altre strane situazioni. Tanto strane quando paradossalmente verosimili. Marco Risi (sì, suo padre si chiama Dino) raccoglie attorno a sé un cast lunghissimo; attingendo dal sottobosco cinematografico italiano che sta sul confine tra fiction e cinema vero, riesce a selezionarne gli elementi migliori, creando una piccola opera corale e grottesca. Consigliatissimo agli amanti del genere, piacevole per tutti gli altri. Finale assurdo.
Giancarlo Mazzetti
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Giancarlo Mazzetti
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