Sono contento che Emiliano mi abbia chiesto di scrivere di Vacanze Di Natale '95, in primo luogo perchè sono un appassionato del genere, e poi perchè voglio bene a Emi e so che il film in questione è uno dei suoi preferiti della serie. Stringiamo sulla trama. Siamo ad Aspen, Colorado, la Cortina U.S.A., coi i suoi arricchiti e i suoi troioni. Christian vuole riconquistare la moglie americana che lo ha piantato perchè esasperata dalla sua passione per il gioco d'azzardo. Nel tentativo, ovviamente si fa perdonare, ma poi si sputtana tutti i soldi con un certo Paolone, il quale è disposto ad annullargli il debito se il nostro gli concederà sua moglie. Massimo è in vacanza con la figlia, Cristiana Capotondi versione superteen, che lo ha trascinato ad Aspen nella speranza di incontrare Luke Perry, in questo frangente nel ruolo di se stesso, all'epoca grande idolo sexy delle ormonose di tutto il mondo per il suo personaggio Dylan nella serie Beverly Hills, che noi tutti ricordiamo. Oggi verosimilmente trenta chili di più, il fegato di un'oca francese e le narici bruciate. Vabè. Comunque, come al solito le due storie si intrecciano e arrivano le fantastiche gags che tutti sappiamo ("Tutte troie, tutte troie", "Sto a cercà mi moje ch'è 'n pezzo de fica e ho trovato te che sei 'n frocio chi'i baffi", and much more). 1995. Il periodo storico è quello di un'Italia non ancora consapevolmente berlusconiana, semmai post-craxiana, che poi è qualcosa di tanto simile, in realtà. Un periodo che tra alcuni anni la storiografia accrediterà come uno dei più difficili del secolo scorso per questo Paese. Però echi di quella attualità non ce ne sono nel film, al massimo ancora un vago senso di anni Ottanta, che però sono andati da mò. Da questo punto di vista si può dire che VdN95 non ha bisogno di ancoraggi al presente, è buono sempre; molte delle cagate che fanno Max e Christan fanno ridere oggi e faranno ridere anche tra quarant'anni, in maniera universale. Ecco perchè il film, e tutto il filone, sono decontestualizzabili e destrutturabili. Quanti di noi vanno su youtube a vedere singole scene e si spanciano... E quelle scene sono validissime anche da sole, anche senza conoscere l'anno di uscita del film, o il resto della trama. Il clan degli sceneggiatori e del regista pesca nella commedia latina classica col tema dello scambio (lo "scangio" direbbe il maestro Camilleri) e con gli equivoci, come spesso fatto prima e dopo questo film. E qui bisogna dire che in altri titoli l'operazione è riuscita meglio (capolavoro assoluto in tal senso: Natale a Rio). Comunque, nella circostanza specifica, grandissimo Christian e grandissimo Massimo, alla pari. Mai capite le critiche a questo cinema. Due riflessioni. 1) Il perchè del successo di questo film e degli altri della serie. Non credo che questi film avrebbero successo in Francia. Non credo che gli italiani siano più stupidi dei francesi. Semplicemente gli italiani sono dotati di una autoironia granitica, che quella non la tiri giù neanche a picconate. Ci piace vederci presi in giro, rielaboriamo, ci ridiamo su, serenamente. E questo è molto bello, e questo cinema fa tutto questo. 2) I cinepanettoni (mi fermo a Rio, gli ultimi fanno obiettivamente schifo) sono film onesti, non hanno pretese, fanno quello per cui sono stati fatti e basta. Zero interpretazioni, quello che c'è te lo prendi; e d'altra parte sei andato a vederli apposta. Ripeto, mai capite le critiche a questi film. Non si legge Fabio Volo per poi dire: «Certo che però Dostoevskij era meglio». Dopo essere stato con una puttana non le si dice: «Maccàzzo, vuoi essere pagata?!»
Ivan Brentari
Ivan Brentari
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