Calcio, multiculturalismo, pregiudizi, risate e romanticismo. Non è facile, nel momento in cui si realizza un film, tenere sotto controllo tutti questi elementi. In certi casi solo alcune parti riescono a essere piene di forza narrativa, mentre altre risultano un po' inutili. Il più grande pregio di "Sognando Beckham", diretto da Gurinder Chadha, è proprio quello di saper spaziare su un'incredibile vastità di temi senza mai farli pesare, creando un mix originale, fresco e divertente. Nell'Inghilterra di qualche anno fa, Jess, una ragazza indiana che ha come idolo David Beckham, è combattuta tra l'obbligo di rispettare le rigide tradizioni del suo Paese e la grande voglia di esprimere il suo talento nel gioco del calcio. Ci riuscirà grazie all'aiuto dell'amica Jules e dell'allenatore Joe, gli unici a credere fino in fondo nel talento della ragazza. In questa briosa commedia osserviamo come il Calcio sia usato in funzione di pretesto, una specie di sottofondo scenografico/narrativo, per fare da cornice a una storia che vuole parlare di tutt'altro. Alla regista, di origini indiane, interessa affrontare temi come il multiculturalismo o come la difficoltà di essere accettati. Viviamo in una società che noi amiamo definire moderna e all'avanguardia, ma continuiamo a diffidare del diverso (dell'Altro) e siamo ancora attaccati a pregiudizi medievali. C'è da dire che i difetti nel film non mancano, la sceneggiatura è in alcuni casi stentata, i personaggi (soprattutto quelli del mondo indiano) sono a dir poco degli stereotipi: la madre osservante e iper-protettiva, il padre duro a prima vista, ma pronto ad aiutare la figlia per garantire il lieto fine, l'amico gay e via dicendo. La regia è di chiara matrice televisiva ma tutto questo, se la storia funziona bene, diventa di relativa importanza. "Sognando Beckham" è uno dei film sul calcio che hanno avuto più successo al Cinema, la sua unione di commedia esplosiva in stile Bollywood e di temi cari al cinema commerciale americano, lo hanno trsformato in un piccolo cult. In fondo il suo messaggio è quello che anche il Calcio vorrebbe insegnare, a chi lo guarda: non importa chi siete, da dove venite, come la pensate. Tutti noi possiamo essere uniti e affiatati dalla voglia di correre dietro a un pallone, tutti noi siamo uguali nel momento in cui ci sediamo su una poltrona e aspettiamo che un proiettore alle nostre spalle inizi a farci sognare. Seduti al cinema, seduti allo stadio esiste un unico collante capace di spezzare qualsiasi differenza: si chiama PASSIONE.
Alvise Wollner
Alvise Wollner
Nessun commento:
Posta un commento