Ho una tale forza dentro che neanche te la sogni.
Rimarrà alla storia come il film minore di Paul Thomas Anderson, forse perchè il più corto, forse perchè il meno articolato, forse perchè viene immediatamente dopo Magnolia. Ubriaco D'Amore è sghembo, spiazzante. E' certamente il lavoro più suggestivo, anarchico ed ermetico di Anderson, quello in cui il regista americano si fa maggiormente trascinare dall'intuito, dall'irrazionalità, dal proprio talento tecnico. Stilisticamente, mette le basi per il successivo Il Petroliere. Contenutisticamente, prosegue il discorso di Magnolia sull'insensatezza delle combinazioni e sull'inspiegabilità del mondo. Si concentra sulla vita di Barry Egan, americano goffo, insicuro, schiacciato dal peso di sette insopportabili sorelle. Uno che non poteva far altro che mettere su una ditta di sturalavandini. Uno che non ha altri interessi che comprare la maggior quantità possibile di budini per sfruttare una promozione che permette di accumulare miglia aeree. Uno che chiama le linee erotiche e le utilizza per parlare della propria vita personale. Conosce Lena che, forse per spirito crocerossino forse per nessun motivo sensato, si interessa a lui, finendo per innamorarsene. Lui, però, prima deve comprare più budini possibili e risolvere una questione con quelli delle linee erotiche, che stavano per approfittarsi della sua ingenuità per utilizzare la sua carta di credito. Barry Egan è interpretato da Adam Sandler, attore che prima di Ubriaco D'Amore aveva girato soltanto film demenziali di grado bassissimo, robe in confronto alle quali i Farrelly hanno la profondità di Bergman. Per questo, probabilmente, il quarto lavoro di Paul Thomas non è stato subito preso sul serio. Lo metto subito in chiaro: Sandler è gigantesco. Paul Thomas gli tira fuori tutto ciò che di drammatico, patetico, terribile e romantico nasconde un attore comico. Lo esalta, portandolo a diventare un termine di paragone (spesso, con gli amici, lo prendo come esempio per confrontare prestazioni di altri attori comici in ruoli più o meno drammatici). Come Carrey in The Truman Show. Come Ferrell in Vero come la finzione. Peccato che solo in poche altre occasioni Sandler si sia ripetuto (molto bene in Funny People e Spanglish, meno bene in Reign Over Me). Per il resto, Ubriaco D'Amore prende una direzione tutta sua, quasi sbeffeggiando i canoni della commedia classica americana. Racconta una storia d'amore vissuta da un uomo che non ha la minima comprensione di che cosa sia il mondo e come funzioni. Almeno un paio di passaggi di bellezza esagerata: la prima telefonata alla linea erotica, girata in interno con un lungo piano sequenza (dio, come usa il piano sequenza); la citofonata di Lena al portinaio per avvisare Barry che lo avrebbe voluto baciare. E' una delle commedie romantiche più disequilibrate e parossistiche del decennio passato, una delle più belle. Forse, più di Magnolia, è il vero film di Paul Thomas sul vuoto pneumatico dell'esistenza.
Emiliano Dal Toso
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