Robert Pattinson mi è molto simpatico ed è il motivo che mi ha spinto ad andare a vedere una delle tante (e nessuna indimenticabile) delle versioni cinematografiche del romanzo di Maupassant 'Bel Ami'. Non dico che sia bravo, o almeno non lo è ancora. D'altronde, all'inizio delle loro carriere, pareva non lo fossero nemmeno Leonardo Di Caprio e Brad Pitt. E' dotato però di quel physique du role giusto, che lo porta a essere uno degli attori più ambiti dalle illuminanti teenager del nuovo secolo e, nello stesso tempo, a diventare potenzialmente un'icona del cinema hollywoodiano. Io su di lui ci scommetto, a partire dal prossimo lavoro cronenberghiano che lo vedrà protagonista, 'Cosmopolis', quasi certamente in concorso all'imminente Festival di Cannes. Nel film di Donnellan e Ormerod, interpreta Georges Duroy, emblema dell'opportunismo e dell'arrivismo. La sua scalata sociale da ex soldato squattrinato a giornalista, frequentante dell'alta società e dei salotti buoni, non è dovuta al suo talento da scrittore, quanto piuttosto alle sue conoscenze ma, soprattutto, alla complicità di alcune donne che vengono sedotte dal suo fascino e dalla sua prestanza. Una sorta di "velino" di fine ottocento, un precursore del tronismo, un Fabrizio Corona apparentemente più elegante ma altrettanto furbo e machiavellico. Il grande pregio di 'Bel Ami' è quello di riportare in auge un capolavoro letterario incredibilmente lungimirante e attuale, destinato probabilmente a rimanere tale. La versione che viene data dai due registi è il classico compitino. Non c'è alcun guizzo registico autoriale, sembra di assistere quasi a un lavoro per la televisione, data la prevedibilità e la poca originalità di ogni sequenza. Va detto, però, che il lavoro di costumi e fotografia è, invece, di ottima fattura, così come il sapiente utilizzo della colonna sonora. Per quanto riguarda il cast femminile, sembra essere la meno dotata Christina Ricci quella a crederci di più e, difatti, i passaggi più intriganti e coinvolgenti sono proprio i duetti tra la morettina e il pennellone Pattinson. La Thurman e la Scott Thomas, invece, paiono essere presenti soltanto per timbrare il cartellino e per portare a casa la pagnotta. Peccato, perchè due attrici di tale nome dovrebbero sempre dare il massimo. Questo 'Bel Ami' è, comunque, un'operazione che non mi sento di bocciare. La presenza di Pattinson porterà certamente molte ragazzine che leggono i romanzi di 'Twilight' o, peggio ancora, di Federico Moccia al cinema e, magari, ad interessarsi a una letteratura di maggiore qualità. L'intreccio narrativo, poi, è talmente intelligente e arguto che non viene intaccato nemmeno da una messinscena elementare. Una visione, dunque, abbastanza godibile, che non insulta l'intelligenza dello spettatore, e che lo invita a riflettere all'incredibile e spaventosa contemporaneità dei temi affrontati da Maupassant, esattamente 127 anni orsono.
Emiliano Dal Toso
Emiliano Dal Toso
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