mercoledì 25 aprile 2012

Pollo Alle Prugne (voto 5)

C'è un critico cinematografico francese bravissimo, Eugenio Renzi, che ogni mese pubblica sul mensile di cinema italiano più glamour una recensione negativa di un film generalmente celebrato. Ogni volta, rimango tremendamente affascinato e divertito dal suo stile e dalla sua intelligenza, tanto che, per questa volta, mi affiderò alle sue parole per descrivere l'impressione che ho avuto di 'Pollo alle prugne'.
"Pollo alle prugne. Ingredienti. Mathieu Amalric nel ruolo del pollo. Un pollo mollo da batteria, di quelli che uno sguardo basta a staccarne la carne dall'osso. Come prugna secca, due qualità: l'Isabella Rossellini, sempre più apprezzata nel ruolo di genitrice avvizzita, e la Maria de Medeiros, appena meno stagionata, di certo meno pregiata, ma perfetta in un ruolo che, se la pietanza fosse stata cucinata alla maniera di Cinecittà, sarebbe stato di Milena Vukotic. Per ottenere un vago profumo di medioriente, prevedere almeno un'attrice iraniana, che non importa se incespica con il francese, tanto tutto è ripassato nella padella insipida del doppiaggio italiano. Se in frigo vi è rimasto qualche avanzo della vostra cena precedente ('Persepolis'), tipo la nonna simpatica che fuma come un turco o lo zio intellettuale comunista che esce e entra di prigione, non esitate a tirarli fuori, tutto fa brodo. Per finire, dotarsi di una dose abbondante di animazione Satrapi. Preparazione. Prendete una storia vagamente autobiografica. Ambientatela in Iran, colorate copiosamente i disegni di foggia orientale con toni Montmartre e nevischio parigino. Cucinare a fuoco alto, finchè il tutto non prende un colorito Amelie Poulain. A quel punto, mettete tutto quello che avete nel calderone: scenette simpatiche, tristi, pop...Date libero sfogo al cattivo gusto. E continuate la cottura a fuoco lento, lentissimo. Quando non ne potete veramente più, ravvivate mettendo l'ingrediente principale, la storia d'amore, che avevate precedentemente scottato e messo da parte senza un vero perchè. Ridate un po' di fiamma, servite come vi pare e non dimenticate di mettere la parola fine. Ecco, la frittata è fatta." Vorrei che tutte le stroncature venissero scritte con l'arguzia, il sarcasmo, l'inventiva della penna di Eugenio Renzi.


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